sabato 18 gennaio 2014
​Palazzo Chigi: operazione in massima sicurezza. Nel porto movimentate nello scorso biennio 60mila tonnellate di sostanze tossiche.
Collaborare è un dovere di A. Lavazza
COMMENTA E CONDIVIDI
Il trasbordo delle armi chimiche siriane nel porto di Gioia Tauro avverrà in "tutta sicurezza", nel rispetto di tutti gli standard internazionali: lo scalo calabrese è stato scelto perché ha esperienza, "è attrezzato ai trasbordi pericolosi" e ha già movimentato sostanze classificate 6.1, uguali a quelle in arrivo con la nave danese. Palazzo Chigi, nel pieno della polemica ieri sera è tornato a spiegare la scelta calabrese come base di scambio delle armi chimiche siriane, ridimensionando ogni tipo di allarme. E annuncia che il premier Enrico Letta ha convocato per martedì a Roma tutte le parti, dalla Regione ai sindaci, dalla autorità portuali ai vertice delle aziende interessate all'operazione. Per spiegare e rassicurare. In un tavolo sollecitato anche dal governatore della Calabria che, dopo aver messo Roma in guardia sul rischio di una "guerra civile", aveva chiesto un dialogo con le istituzioni locali: "È stato accolto il mio appello e questo è importante. Andremo all'incontro per chiedere garanzie e avere certezze, per capire e comprendere", commenta Giuseppe Scopelliti. Che rilancia: "Visto che è un porto sicuro quale migliore occasione di accogliere la richiesta della Regione di istituire la zona economica speciale". È "giusto coinvolgere sindaci, enti territoriali e Regione" nell'operazione, ha spiegato anche il ministro dei Trasporti Mario Lupi, sottolineando che "tutti insieme possiamo garantire maggiore sicurezza". In una vicenda in cui la Calabria - aveva spiegato Scopelliti - lamenta "una carenza di comunicazione che ha messo in difficoltà tutti noi". La stessa lamentata anche da alcuni primi cittadini dell'area che dicono di essere rimasti all'oscuro anche di quelle attività del passato che Gioia Tauro ha sperimentato in materia di trasbordi di sostanze chimiche. E che oggi rappresentano una garanzia per la prossima operazione 'sirianà, torna a far notare il governo con una lunga e dettagliatissima nota in cui si spiegano, punto per punto, le caratteristiche e le modalità dell'operazione. Che si svolgerà in 10-24 ore senza "sbarco" o "stoccaggio" a terra: il carico passerà "da nave a nave", con un sistema di "packaging che avviene nell'assoluto rispetto delle norme internazionali" sotto l'occhio attento di "ispettori internazionali" Opac. Palazzo Chigi torna così a ricordare che nel 2012-2013 Gioia Tauro ha movimentato 3.048 container contenenti sostanze tossiche 6.1, per un totale di 60.168 tonnellate, una quantità ben superiore alle 560 tonnellate, in 20 container, in arrivo dalla Siria: "È attrezzato ai trasbordi pericolosi", si ribadisce. Come ricorda anche il ministro della Difesa, Mario Mauro: "È stato individuato per la sua eccellenza nel trattare le sostanze di cui si parla e che non sono armi chimiche". Mentre l'arrivo della nave danese Ark Futura con il suo contestato carico è atteso entro fine mese, dopo il 23 gennaio, l'Opac ringrazia l'Italia per l'importante "contributo agli sforzi internazionali per eliminare le armi chimiche siriane". E un suo esperto, Ferruccio Trifirò del comitato scientifico, spiega che "si trasborderanno solo alcune cisterne con sostanze chimiche tossiche" alla "presenza di esperti Opac: persone esperte e attente. È un'operazione di trasbordo, non chimica". Gioia Tauro, intanto, aspetta. Con il porto che oggi ha lavorato "normalmente", con il regolare andirivieni di container. Ed sindaco che manda un messaggio a Roma: "Se siamo stati scelti perché tra i migliori di Italia allora perché non ci hanno mandano la Concordia" per lo smantellamento?, si chiede Renato Bellofiore. Facendo sponda allo sfogo di un portuale: "Siamo tanto bravi? E perché siamo tutti in cig a rotazione?".
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: