giovedì 29 agosto 2019
Il senatore pentastellato, al secondo mandato, è tra i sostenitori dell’intesa con il Partito democratico
Il senatore Mario Giarrusso, M5s (Ansa)

Il senatore Mario Giarrusso, M5s (Ansa)

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Senatore pentastellato al secondo mandato, Mario Giarrusso è tra i sostenitori dell’intesa con il Pd. Un accordo che però non lo imbarazza, considerando che, dice, «non ho mai nascosto le mie riserve su Salvini».

Senatore, la Lega ha staccato la spina e ora andrete al governo con il Pd: non le pare un po’ troppo comodo?
La scomodità è stata provocata al Paese dal leader della Lega, che ha compiuto un voltafaccia inatteso. M5s aveva stipulato non un’alleanza, ma un contratto che noi intendevamo onorare. Io non ho un’ostilità preconcetta per Salvini, ma non ho mai nascosto le mie riserve su di lui e sul suo partito, viste anche le inchieste a ripetizione della magistratura, in particolare il caso Siri-Arata (che ho visitato in carcere) e quanto sta emergendo sui contatti fra Lega e Russia.

Ci sarà questa discontinuità? Anche l’altroieri Trenta ha imposto un blocco a una nave Ong.
La discontinuità andrà garantita soprattutto sul piano dei comportamenti e dell’azione di governo. Credo che un terreno decisivo sarà proprio quello della giustizia e della legalità. Per giustizia, a proposito di Ong e migranti, mi riferisco anche all’esigenza di garantire i diritti basilari dei più bisognosi, sia dei cittadini italiani e delle loro famiglie, sia di chi bussa in condizioni disperate alla porte del nostro Paese.

Di Maio rinuncerà a fare il vicepremier? Avrà un altro ministero?
Sono certo che agirà nell’interesse del M5s e del Paese. Gli incarichi di governo, oltre che fra i contraenti, andranno concordati con il presidente incaricato. Di Maio è il capo politico, ma la guida dell’esecutivo spetta a Conte. Sono figure distinte ed è bene che lo restino.

Il voto su Rousseau non le sembra uno sgarbo istituzionale? Se la base fosse contraria cosa accadrà?
Considerato che l’incarico a Conte è esplorativo e che il Movimento ha una modalità specifica di consultare i propri attivisti che ne legittimano le scelte, ritengo che essa vada accolta e rispettata.

Ci sono parlamentari contrari all’accordo? Che peso avranno?
Mi stupirebbe il contrario. Quanto al peso dipenderà dal numero, che ritengo esiguo.

Parlando dei suoi temi, ci sono punti in comune sulla lotta alla mafia con il Pd?
L’azione di contrasto alla criminalità organizzata sarà un tema strategico se si vuole dare un altro segnale serio di discontinuità. Mi auguro che il Pd non abbia remore su questo terreno. Ci sono già figure di garanzia alle quali si può fare riferimento, a cominciare dal presidente della commissione Antimafia Nicola Morra. Ma sarà importante mobilitare anche altre risorse: penso ad esempio a Piera Aiello, una donna che nelle scelte di vita ha dimostrato la volontà e la possibilità di sconfiggere le mafie.

Come legge l’endorsement di Trump?
Premesso che nessuno può mettere in discussione che l’Italia svolga con onore i propri compiti in seno alla Nato, come forza politica dobbiamo iniziare a dare risposte chiare e nette in materia di politica estera, al fine di restituire all’Italia quel ruolo di pivot nel Mediterraneo che risulta quasi azzerato negli ultimi decenni, penso alla Libia e soprattutto all’irrisolto caso Regeni. Gli Usa possono e devono aiutarci in questo. L’appoggio di Trump mi appare un buon segnale.

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