sabato 29 marzo 2014
Lo ha detto il ministro dell'Istruzione, arrivando a Bari al convegno biennale della Confindustria.
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"Un sistema sano, non ha bisogno di mandare a casa anziani per fare entrare giovani". Lo ha detto il ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, arrivando a Bari al convegno biennale della Confindustria. "Non amo - ha aggiunto - il collegamento tra chi va a casa e chi entra, perché ci deve essere l'alternanza costante che deriva da un flusso normale"."Confindustria giustamente parte dai numeri e valorizza l'aspetto quantitativo, io cerco di sviluppare quello qualitativo, comunque i fattori non cambiano nel risultato finale". Il ministro giudica interessante lo studio di Confindustria sul capitale sociale da cui è partito il convegno dell'organizzazione imprenditoriale. "La risorsa del patrimonio intangibile, cioè dei cervelli e delle competenze da sviluppare nei nostri giovani è un fattore fondamentale ma non solo per l'Italia, anche per l'Europa che è un po' stanca e in declino e deve recuperare una centralità soprattutto educativa". "Il precariato è una deformazione patologica della flessibilità", ha detto Giannini, rispondendo alle domande dei giornalisti in merito alle possibili modifiche al Dl lavoro. E ha poi aggiunto che "alla flessibilità bisogna restituire la sua fisiologicità" e che il governo sta trovando gli strumenti per farlo."Cerchiamo di essere realisti, le Università  meridionali soffrono di mali che sono anche mali territoriali", ha concluso il ministro, che non nasconde i problemi del sistema universitario al Sud. "Qualcuno dice che l'Italia è un Paese troppo lungo. Dobbiamo cercare di accorciarla in senso economico, sociale e culturale".
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