giovedì 18 dicembre 2008
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Il giurista Alberto Gambino, ordinario di diritto privato all'Università Europea di Roma, è tra i più espliciti nel difendere il ministro Sacconi, che ha sancito per le strutture sanitarie l'impossibilità di interrompere l'alimentazione e l'idratazione alla giovane Eluana. Professore, perché trova legittimo e doveroso il divieto del ministro? È nei poteri dell'organo di governo in quanto l'interesse della salute è nazionale. L'articolo 32 della Costituzione non parla solo di diritto della persona, ma di interesse della collettività. Significa che è interesse di tutto il territorio nazionale che le nostre strutture sanitarie eroghino servizi per la cura della persona. In caso contrario, si potrebbe verificare che alcune regioni prendano delle misure ed altre facciano in modo diverso. Che ci sia un ministro che legittimamente tenti di uniformare decisioni che riguardano un diritto unitario è doveroso e legittimo. Mi sorprenderebbe se un ministro non si preoccupasse di questa unificazione: ci sarebbe una non uniformità di trattamento che è contraria alla nostra Costituzione. Secondo il ministro, dunque, il tutore indicato dalla Corte d'Appello può staccare l'alimentazione a Eluana, ma non può farlo in una struttura pubblica... Esatto, il tutore lo potrà fare in mille modi, ma certamente non può obbligare il Servizio sanitario nazionale a essere assistente di questo atto se ritiene che non rientri nelle proprie competenze il distacco dell'alimentazione. La Corte di Appello ha fatto un decreto che autorizza il tutore. Vuol dire che se quell'atto fosse fatto da qualsiasi altra persona sarebbe un reato, ma fatto da un soggetto autorizzato da un tribunale non lo è. Questa è una autorizzazione data a una persona che potrebbe anche non porla in essere. La corte, infatti, non lo obbliga. Ma l'aberrazione è un altra. Quale? Da un lato si dice che la volontà è sovrana, che questa giovane donna in passato ha detto che non avrebbe voluto finire in certe condizioni, ma poi non si rispetta questa volontà se si dà facoltà a una persona di decidere se interrompere o no un'esistenza. Sarebbe stato più coerente dire che deve interromperla. Ma questo non poteva affermarlo un provvedimento di volontaria giurisdizione, che implica che il giudice non decida nulla ma lascia a chi chiede un'autorizzazione la facoltà di fare una certa cosa. Questa procedura è stata utilizzata non per tutelare un interesse, ma per annientarlo, lasciato alla discrezione del tutore. Lei sostiene che si è importato il principio dell'autoderminazione proprio del sistema giuridico americano. Perché è sbagliato farlo? Se lo accettiamo in Italia sarebbe creare una disponibilità della salute. La Cassazione ha voluto dire proprio questo quando ha rigettato il ricorso del procuratore di Milano. Questo di Eluana, ha detto in sostanza, non è un interesse generale, ma privato. La Costituzione invece parla di diritto alla salute come interesse della collettività. Oltre tutto è un diritto fondamentale, non un diritto soggettivo personale. È indisponibile, e la persona non può esercitarlo senza la presenza della sfera pubblica, altrimenti non sarebbe fondamentale. Il giudice Lamanna, estensore del decreto che autorizzò a interrompere l'alimentazione, dice che il decreto non è più soggetto a impugnazione, ma è definitivamente esecutivo. Il decreto può essere attuato da una persona che può e non può farlo, e nessuno può dire che il tutore sia obbligato. Quindi, è erroneo dire che questo decreto sia eseguibile da solo. Nel momento in cui il tutore decide di attuarlo, non v'è dubbio che resti esecutivo, ma non può farlo in una struttura pubblica. Il ministro ha lasciato anche intendere che se questo avvenisse la struttura pubblica commetterebbe una irregolarità... Mi pare ovvio. A capo della sanità pubblica c'è il ministro; se questi detta alle sue strutture una direttiva è del tutto normale che tutte devono attenersi, altrimenti avremmo una sanità diversa regione per regione. Il ministro deve dire questo. Si potrà ricorrere al Tar, e andremo avanti, ma non si può intimorire chi esercita un potere che gli viene dalla Costituzione dicendogli che non poteva farlo. Stiamo scherzando?
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