martedì 29 dicembre 2015
Intervista al ministro dell'Ambiente sull'emergenza smog: «I cambiamenti climatici non riguardano solo le isole del Pacifico, ma già  oggi le nostre città». Mercoledì il vertice con sindaci e governatori.
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Subito stanziamenti ad hoc «per sostenere i Comuni che riducono il prezzo dei biglietti dei mezzi pubblici». Poi coordinamento dei Comuni «perché gli interventi servono se li fanno tutti e tutti fanno gli stessi». Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti respinge le accuse dei Cinque Stelle – «polemica strumentale e un po’ vergognosa: trovo degradante fare speculazione politica sulla salute dei cittadini» – e rivendica le misure già prese con la «Finanziaria verde», cioé il collegato ambientale. Ma lancia anche un appello a tutti i cittadini «per un salto culturale»: usare di più i mezzi pubblici, abbassare i riscaldamenti. Ministro Galletti, c’è chi addossa al governo la responsabilità di questa situazione emergenziale. Il governo non ha responsabilità, come non ce l’hanno i sindaci. Siamo di fronte a una situazione del tutto eccezionale: è uno degli anni più caldi della storia, associato in Italia a una delle siccità più lunghe. Anche negli Stati Uniti abbiamo un caldo del tutto anomalo, varie città del mondo hanno un livello di polveri al di sopra della media, anche di quello che stiamo registrando noi. Ma le condizioni atmosferiche sfavorevoli non fanno che aggravare una situazione cui le città non sono preparate. Questo è assolutamente vero. Noi in una parte dell’Italia, soprattutto nella Pianura padana, abbiamo una situazione geografica sfavorevole, perché è più idonea di altre zone alla concentrazione di polveri. Forse allora le soluzioni andavano previste già da tempo? Guardi che la situazione negli ultimi anni è migliorata parecchio: non è vero che non si è fatto niente. Non lo dico per difendere questo governo, ma l’azione portata avanti dai sindaci e dai governatori. E comunque questo esecutivo, insieme ai precedenti, ha migliorato la situazione. Siamo sulla strada giusta. È fuori di dubbio però che bisogna fare di più. Certo. Non a caso abbiamo messo in campo quest’anno una serie di interventi fortissimi, sia per quanto riguarda la mobilità, che per l’effi-cientamento energetico. La settimana scorsa abbiamo approvato una sorta di 'finanziaria verde', il collegato ambientale, che contiene una politica di mobilità sostenibile, finanziata con ulteriori 35 milioni, più interventi sull’effi-cientamento energetico e sugli appalti verdi. Tutto in direzione del contrasto all’inquinamento atmosferico. Decine e decine di interventi con i comuni sono già finanziati: per il bike sharing, il car sharing, le piste ciclabili, la mobilità verde. Non è vero che non si sta facendo niente, si sta facendo molto. Bisogna continuare a farlo e farlo ancora più velocemente, prendendo atto che i mutamenti climatici non riguardano solo le piccole isole del Pacifico: sono un problema nostro, col quale ci stiamo scontrando oggi. Mercoledì lei incontrerà i sindaci e i governatori. Quali saranno le indicazioni del ministero dell’Ambiente? Il mio compito è quello di coordinare gli interventi e di supportarli. E farò in modo che si punti su quelli che l’esperienza di queste settimane ci ha dimostrato essere più efficienti. In maniera omogenea, perché gli interventi servono se li fanno tutti e tutti gli stessi. E incentiverò i comuni, li aiuterò anche con risorse finanziarie. I riscaldamenti a gasolio sono una parte importante del problema, non a caso abbiamo prorogato l’ecobonus. I provvedimenti allo studio però porteranno risultati a medio e lungo termine. Cosa si può fare subito? Io credo che dobbiamo fare anche provvedimenti sull’emergenza. Sto pensando a un fondo specifico per aiutare i Comuni che scontano i biglietti dei mezzi pubblici. Come Roma, che ieri e oggi ha ridotto il biglietto giornaliero da 7 a 1,50 euro?  Esatto. È stato un intervento che ha dimostrato di funzionare e secondo me va sostenuto. Il governo farà la sua parte, i comuni pure, le regioni anche. Però se non c’è una consapevolezza e un’assunzione di responsabilità da parte di tutti, il problema non si risolverà mai. Io vorrei non dover adottare provvedimenti coercitivi. Vorrei che la gente capisse che deve lasciare a casa la macchina quando è possibile prendere l’autobus o la metro. Che deve tenere il riscaldamento a casa il più basso possibile - chiaramente nessuno vuole che gli anziani restino al freddo - ma dove si può, deve abbassarlo. E se si va in vacanza durante le feste di Natale, lo si spenga: si risparmia anche dal punto di vista economico. Serve un salto culturale. È un appello? Tutti possiamo fare qualcosa? Tutti dobbiamo fare qualcosa. Qui stiamo discutendo della salute nostra e dei nostri figli. Non possiamo continuare a pensare che questa responsabilità debba riguardare solo il nostro vicino.
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