venerdì 20 novembre 2015
Il prefetto di Roma: «I terroristi colpiscono quando sono pronti, non in base al nostro calendario. Ogni allarme è vagliato con cura»
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«Sto cercando di far capire alle persone che non si devono porre la domanda 'ma adesso posso andare allo stadio o posso andare al cinema o in discoteca?'. Dobbiamo convincerci che la vita deve continuare». È l’appello del Prefetto di Roma, Franco Gabrielli. Che assicura che «le istituzioni stanno realizzando una cornice di sicurezza ». E in questo rientra l’estensione della no fly zone a tutta la città e per l’intera durata del Giubileo, compresa la possibilità di «abbattere i droni». Anche se, avverte, «non esiste il rischio zero o la sicurezza assoluta, nessuno lo ha mai nascosto». E sicuramente «l’Italia e Roma nella sua specificità possono essere oggetto di minaccia anche se indefinita. È quello che ci hanno insegnato i fatti di Parigi». Proprio per questo invita la comunità islamica «a passare dalle parole alla collaborazione, senza se e senza ma». Prefetto, ma c’è anche chi invita a sospendere il Giubileo... È farneticante chiedere di sospendere o annullare il Giubileo. È una vera idiozia. Non sposterebbe di una virgola la nostra esposizione. A Parigi il 30 novembre comincerà la Cop21, la Conferenza mondiale dell’Onu sul clima. Ma i terroristi non hanno aspettato quella data e quell’evento per compiere i loro atti criminali. Non si vuol capire che questa gente segue un proprio calendario. Quando è pronta agisce. Dunque non cerca solo obiettivi simbolici? A loro interessa di colpire comunque. A Parigi quando non sono riusciti a entrare allo stadio si sono fatti esplodere al di fuori dell’impianto. Non sono certo tornati a casa... Non teme che a Roma crescano la diffidenza e l’intolleranza nei confronti dei musulmani e più in generale verso gli immigrati? Per questo faccio un appello alla comunità islamica. Perché prenda le distanze fino in fondo, superando posizioni agnostiche. Non bastano parole. Serve una posizione netta, un atteggiamento di collaborazione. Senza se e senza ma. Così non si daranno alibi anche all’intolleranza. Altrimenti vivranno condizioni di ulteriore disagio. Lei ha combattuto pure contro il nostro terrorismo. Anche allora c’era chi non prendeva le distanze fino in fondo... Il nostro Paese ha sconfitto il terrorismo interno quando parte della società ha smesso di parlare di 'compagni che sbagliano' o di proclamare 'né con lo Stato né con le Br'. Oltre all’impegno delle forze dell’ordine e della magistratura, quella fu una vittoria politico-sociale. Grazie a posizioni chiare e nette. Questo chiedo alla comunità islamica. Quale chiarezza? La chiarezza che questi sono terroristi criminali. Ma la chiarezza ci vuole da parte di tutti. Ci troviamo di fronte a crimini contro l’umanità. Non si tirino in ballo scontri di civiltà o di religione. Così si farebbe loro il miglior servizio. Negli 'anni di piombo' furono approvate leggi speciali contro il terrorismo. Saranno necessarie anche oggi? Dobbiamo provare a evitarle per non caricare i diritti dei cittadini e le loro libertà. Certo più la società è libera e democratica e più è vulnerabile. Ma io non ho dubbi su quale scegliere. Dobbiamo prendere sul serio gli allarmi giunti dagli Usa? Allarmi di questo tipo me ne arrivano e me ne arriveranno tantissimi. Li verificheremo sapendo che potrebbero avere anche altri scopi, creare confusione o fini ancora più sofisticati. Staremo molto attenti se no non se ne esce. E anche questo sarebbe un regalo ai terroristi.
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