mercoledì 13 ottobre 2010
Dopo la notte di terrore allo stadio di Genova, dalla Serbia sono arrivate scuse ufficiali, ma anche critiche, mentre il ministro Maroni ha osservato che grazie all'operato delle forze dell'ordine è stata evitata una strage. Una teoria confermata dal portavoce dell'Osservatorio sulle manifestazioni sportive, Roberto Massucci, secondo cui «un intervento nel settore ultras avrebbe potuto comportare conseguenze assai peggiori».
COMMENTA E CONDIVIDI
Dopo la notte di terrore allo stadio di Genova, dalla Serbia sono arrivate scuse ufficiali, ma anche critiche, mentre il ministro Maroni ha osservato che grazie all'operato delle forze dell'ordine è stata evitata una strage. Una teoria confermata dal portavoce dell'Osservatorio sulle manifestazioni sportive, Roberto Massucci, secondo cui «un intervento nel settore ultras avrebbe potuto comportare conseguenze assai peggiori». Massucci ha detto che sono state registrate «smagliature nel sistema informativo» tra le autorità italiane e serbe. In particolare, ha spiegato, le informazioni provenienti dalla Serbia «non hanno delineato alcun profilo di rischio per la tifoseria serba».Quanto all'accaduto, Massucci ha sottolineato che allo stadio sono stati fatti dei controlli in «maniera carente» nella fase di filtraggio dei tifosi serbi ma che quanto è successo è stato dovuto a diversi fattori, tra cui «la vera e propria determinazione criminale» dei tifosi violenti che hanno «letteralmente assalito le forze di Polizia». «Avevamo davanti dei veri criminali» ha puntualizzato, e non dunque solo tifosi esagitati. E il fatto di non essere intervenuti subito dentro allo stadio ha evitato una strage: «la decisione è stata appropriata ed opportuna» perché «un intervento nel settore ultras avrebbe potuto comportare conseguenze assai peggiori».Dalla Serbia tuttavia arrivano anche accuse all'organizzazione italiana. Sul piano sportivo per la Serbia le sanzioni sono sicure, ma rischia anche l'Italia in quanto non avrebbe prevenuto gli incidenti. Le autorità di Belgrado, tramite i canali diplomatici, hanno però innanzitutto voluto porgere le scuse per quanto successo: «Questi teppisti non rappresentano il popolo serbo», ha detto l'ambasciatrice serba a Roma, Sanda Raskovic-Ivic, parlando a Belgrado a margine di un convegno. «Quanto accaduto a Genova è una disgrazia, un vero incubo. Io e tutti noi serbi ci vergogniamo molto». Più tardi, ha riferito il ministro Frattini, sono arrivate anche le scuse del ministro degli Esteri serbo, Vuk Yeremic. Disonore, imbarazzo e vergogna sono poi i commenti dei giornali e delle autorità serbe dopo gli incidenti. Ma non ci sono solo le scuse. Il ministro dell'interno e vicepremier serbo, Ivica Dacic, ha detto che i preparativi per la partita non stati fatti bene, e che un gruppo non eccessivamente numeroso di tifosi è riuscito a far sospendere l'incontro. Parlando a Belgrado, Dacic ha osservato che l'intervento della polizia italiana avrebbe potuto essere molto più efficace, e che non si doveva permettere l'ingresso allo stadio a tifosi in possesso di oggetti vari, cosa questa che a Belgrado non sarebbe mai avvenuta. «Abbiamo avuto segnali di ciò che sarebbe accaduto», ha detto dal canto suo il presidente della Federazione calcio serba, Tomislav Karadzic. «Questi teppisti sono solo gli esecutori, coloro che hanno organizzato tutto questo si trovano a Belgrado». Secondo il giornale Press, «i servizi di sicurezza hanno informazioni in base alle quali dietro alle violenze ci sarebbe il boss mafioso Darko Saric, che dopo gli scontri al gay pride vuole creare il caos in Serbia».Fonti del Viminale hanno sottolineato che il «comportamento responsabile» delle forze di polizia «ha consentito di evitare una possibile tragedia». Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha incontrato il capo della Polizia prefetto Antonio Manganelli, che ha illustrato al responsabile del Viminale una relazione aggiornata sui fatti.L'ambasciata serba a Roma ha ricevuto molte email di «pesanti insulti», ha riferito l'ambasciatrice Raskovic-Ivic. «Alcune dicevano "vergogna", altre parolacce e insulti ma alcune dicevano anche "hanno fatto bene gli Usa a bombardarvi". Queste persone», ha detto la diplomatica, «si sono comportate come i teppisti serbi». «C'è qualcuno che vuole ostacolare l'ingresso della Serbia in Europa», ha commentato il sottosegretario agli Esteri, Alfredo Mantica, in visita ufficiale a Belgrado. «Il rapporto tra Italia e Serbia non cambierà e il sostegno italiano alla candidatura serba per l'ingresso nell'Unione europea non verrà meno. Ma certo il quadro generale si complica». Mantica spiega poi che già gli scontri al gay pride «erano stati stigmatizzati da alcuni Paesi membri. Ora questo fronte contrario potrebbe ingrossarsi in vista del 25 ottobre, quando il Consiglio europeo dovrebbe dare il via libera alla trasmissione alla Commissione europea della domanda della Serbia di adesione all'Ue. Un percorso che i fatti di Genova ora rendono più complicato». Il bilancio di Genova è di 17 arresti (tra i quali un italiano di 18 anni) e sedici feriti, tra i quali due carabinieri. Ivan «Coi» Bogdanov, l'ultrà serbo con il passamontagna che ha guidato gli scontri allo stadio, è stato identificato e arrestato. Sarebbe un leader del gruppo Ultra Boys della Stella Rossa di Belgrado, secondo la radio serba B92. Bogdanov è disoccupato e su di lui pendono quattro denunce penali. Secondo Politika gli incidenti sarebbero stati scatenati e pianificati dagli ultrà della Stella Rossa che non hanno perdonato al portiere Vladimir Stojkovic di essere passato al Partizan Belgrado. Politika dice anche che la polizia serba aveva avvertito quella italiana che sarebbero arrivati gruppi di tifosi intenzionati a provocare incidenti. Su questo ha replicato Mantica: «La polizia serba può anche aver avvertito la polizia italiana, ma nessuno può prevedere che una partita di calcio tra due nazionali si possa trasformare in una situazione da guerra civile». Pd e Idv hanno chiesto al governo di riferire al Parlamento sugli incidenti di Genova. Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha espresso solidarietà a Maroni e alla polizia. Italia dei valori ha chiesto anche le dimissioni del ministro dell'Interno. Il sindaco di Genova, Marta Vincenzi, ha detto che «la responsabilità è soprattutto di Maroni». «Nessuna responsabilità della polizia italiana». Questa la valutazione, secondo quanto si apprende, emersa dopo un incontro al Viminale tra Maroni e il capo della polizia, Antonio Manganelli.L'Uefa ha aperto un'inchiesta. Il caso verrà esaminato il prossimo 28 ottobre. Ma rischia sanzioni anche l'Italia. Infatti la Federazione europea ricorda che «oltre alla responsabilità di chi provoca incidenti, i regolamenti Uefa prevedono anche quella della federazione che organizza la partita e che deve garantire la sicurezza nello stadio e il regolare svolgimento dell'incontro», ha affermato Rob Faulkner, portavoce Uefa. È intervenuto anche il presidente dell'Uefa, Michel Platini: «Sono rimasto choccato nel vedere le immagini di Italia-Serbia. Attendo i risultati dell'inchiesta e le decisioni della Disciplinare e ricordo a tutti che la Uefa segue una linea di tolleranza zero nei confronti della violenza degli stadi».
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: