mercoledì 17 aprile 2019
Mega-truffa all'Inps nel Reggino da parte di 31 aziende agricole dal 2012 al 2018. Sospetti di 'Ndrangheta
Frode da 5 mln, 1.000 falsi braccianti nella Locride
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Più di mille falsi braccianti, alcuni anche mafiosi, e una frode all'Inps di 5 milioni di euro. È l'enorme truffa in campo agricolo scoperta dagli investigatori della Guardia di Finanza del Gruppo di Locri, coordinati dalla locale Procura. L'ennesima in Calabria dove lo sfruttamento, il caporalato, il lavoro nero dei braccianti africani convive col fenomeno dei falsi braccianti italiani. Le due facce di un sistema economico illegale, una black economy strettamente intrecciata.

Ad essere coinvolte nell'inchiesta sono ben 31 aziende agricole della Locride che tra il 2012 e il 2018 hanno presentato all'Inps falsi contratti di affitto di terreni riconducibili anche a persone ignare, completamente estranee alla truffa (molto importanti le loro testimonianze), nonché fasulle denunce aziendali trimestrali attestanti l’impiego, mai avvenuto, di operai al fine di consentire l’indebita percezione di indennità di disoccupazione, malattia, assegno nucleo familiare e maternità. In tutto più di 125mila giornate lavorative mai effettuate e comunicate, che hanno generato indennità previdenziali e assistenziali per 5 milioni di euro. Inoltre le indagini hanno consentito di accertare che non sono stati versati nelle casse dello Stato contributi previdenziali Inps a carico delle aziende agricole segnalate per circa 770mila euro. Un doppio danno, dunque.

E i soldi sono finiti anche nelle tasche di pregiudicati per mafia. Alcuni dei falsi braccianti che hanno incassato le indennità sono risultati con precedenti per associazione a delinquere di stampo mafioso, in quanto appartenenti a clan della 'ndrangheta. Altri sono risultati tutt'altro che indigenti.

Infatti le Fiamme Gialle hanno accertato che alcuni braccianti agricoli erano il possesso di beni mobili di lusso e immobili di pregio a fronte di una modesta situazione reddituale. Un doppio falso, evidentemente. Le indagini si sono concluse con il deferimento all’Autorità giudiziaria dei rappresentanti legali delle imprese, per le ipotesi di reato riguardante la truffa aggravata ai danni dell’Inps e la falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico mentre, i mille falsi braccianti sono stati segnalati per il reato di truffa aggravata in concorso con il fittizio datore di lavoro. Sono in corso ulteriori accertamenti in relazione alle indebite prestazioni ricevute al fine di procedere alla constatazione delle violazioni tributarie in ordine all’instaurazione dei rapporti di lavoro risultati irregolari con la conseguente tassazione dei proventi illeciti.

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