sabato 8 giugno 2013
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Un poliziotto, un barista, una coppia, il custode di una chiesetta. La Provvidenza e l’accoglienza si sono concretizzati in tanti e diversi modi nella terza tappa del nostro pellegrinaggio verso Roma. Al punto di stupire i detenuti che stiamo accompagnando. "Nessuno ci chiede niente, ci accolgono senza domande e senza prevenzione. È una bellissima esperienza, ci dà fiducia", commentano più volte lungo i 27 chilometri che ci hanno portato da Ceprano a Veroli. Prima sosta dopo 8 chilometri a casa di Enzo Cinelli, un poliziotto-pellegrino che accoglie detenuti-pellegrini. E il “punto 113” della Francigena del Sud (secondo la guida di Monica D’Atti della Confraternita di San Jacopo di Compostella), un caso ma Enzo, da poliziotto, ne è molto orgoglioso. Ci accoglie con latte e caffè, acqua fresca e succhi di frutti, ma soprattutto con una grande e allegra ospitalità, sua e della moglie Antonella. "Vedevo passare i pellegrini e ho deciso che casa mia doveva diventare un punto di ospitalità". E così ora sono in tanti a fermarsi in questa casa in mezzo alla campagna del paese di Strangolagalli. Trovano anche un bel murales opera di un’artista tedesca che rappresenta tanti pellegrini, Enzo in divisa, Giovanni Paolo II, san Michele Arcangelo, patrono della Polizia. Ripartiamo in questa giornata molto calda e che davvero richiede aiuto della Provvidenza e ospitalità. Arriviamo in località Ara dei Santi, punto sosta per la presenza di un bar. Il proprietario ci vede arrivare e esce con in mano da guida della Francigena. "Ho visto passare molti pellegrini e mi sono voluto informare". Ne ha capito bene lo spirito così si offre di accompagnare in auto fino a Casamari Giuliano, giovane detenuto di Rebibbia, in difficoltà per le caviglie gonfie. E allora avanti. Molti ci salutano ai bordi delle strade. Ma nel passaggio tra alcune case vicino all’Abbazia cistercense, una coppia non solo saluta ma esce in strada per offrire acqua fresca, molto gradita, a noi pellegrini. Con semplicità e generosità. Ma non tutte le case sono accoglienti e ospitali. Lungo in cammino vediamo una grande e lussuosa villa. Molto pretenziosa. Sul cancello spiccano due frasi. "Guarda e passa" e "Lasciate ogni speranza o voi che entrate". "Ma guarda questo - criticano alcuni detenuti -, altro che ospitalità! E poi non è vero che si deve abbandonare la speranza. E se lo diciamo noi…". Ma per fortuna è solo un caso. Finalmente dopo 9 ore di cammino (soste comprese) arriviamo a Veroli. Ci accoglie Francesco Del Nero, commercialista e custode della chiesetta di Santa Maria degli Angeli, piccolo gioiello d’arte e di storia. Qui, infatti, morì e ebbe la prima sepoltura Santa Maria di Salome, madre dell’apostolo Giacomo, il santo dei pellegrinaggi in “cammino”. Ormai siamo alla meta. La Provvidenza ci ha regalato anche gli ultimi chilometri con poco sole e un po’ di vento. La ringraziamo, così come chi ci ha ospitato e sostenuto, nella messa in Cattedrale.

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