giovedì 24 ottobre 2019
Il gip di Milano archivia l'inchiesta per stalking a carico dell'ex consigliere di Stato Francesco Bellomo ma precisa: «Richieste alle borsiste inconferenti con normali rapporti accademici»
Francesco Bellomo

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Suggerire un dress code alle aspiranti magistrate, imporre loro un assecondamento ai propri canoni estetici, non si configura come un reato. È una condotta "inconferente" con un normale rapporto di collaborazione accademica, è vero, ma non è né molestia né minaccia.

È giunto a questa conclusione, per tanti versi sorprendente, il gip di Milano Guido Salvini che ha archiviato l'indagine sull'ex consigliere di Stato Francesco Bellomo. Un alto funzionario (e rappresentante) dello Stato italiano che coordinava un corso di preparazione al concorso per magistrati nella sua Scuola di formazione "Diritto e Scienza", e nel 2017 era stato accusato da quattro allieve della sede di Milano di violenza privata e stalking. Molti e sconcertanti i particolari emersi dall'inchiesta e dalle testimonianze delle studentesse (che, lo ricordiamo, erano già laureate in giurisprudenza): tacchi a spillo e minigonna come "divisa" per serate che con il corso di studio nulla avevano a che fare, chiamate anche a tarda sera, email insistenti...

Ebbene, il gip nella sua decisione spiega che tali comportamenti, pur non essendo "consoni", non configurano comunque «una condotta abituale di molestia e minaccia». Alle allieve più carine, e non a quelle più meritevoli, Bellomo proponeva di diventare borsiste. "Ma anche questa circostanza in sé non è di rilievo penale", scrive il giudice. Però ha avuto come conseguenza che le giovani che non intendevano sottoporsi agli standard richiesti da Bellomo dovevano rinunciare alla borsa di studio. Potevano continuare a frequentare il corso di preparazione, ma in qualità di "studentesse ordinarie". Salvini ha anche fatto notare che c'era una sorta di "reciprocità", nel senso che le studentesse rispondevano alle sue mail e ai suoi messaggi, e questo ha inciso nella decisione di archiviare.

Bellomo è stato già punito con la destituzione da Consigliere di Stato, ma certo resta l'amaro in bocca, in epoca di #metoo, per la constatazione che esercitare pressioni sessiste in un ambiente di studio, in cui la donna è parte debole rispetto a una gerarchia di potere, possa essere trattato come comportamento "scorretto" e niente più.

Bellomo è sotto processo anche a Bari per la stessa condotta. Il 20 luglio, dopo 20 giorni di arresti domiciliari, è tornato libero, ma non potrà insegnare per un anno. I suoi legali hanno annunciato ricorso.

**** aggiornamento del 16 novembre 2020

Francesco Bellomo è stato assolto dal Tribunale di Piacenza, nel processo in cui era accusato di stalking e lesioni volontarie ai danni di una giovane allieva della scuola di formazione "Diritto e Scienza" dello stesso Bellomo. Per quanto riguarda le lesioni, il giudice lo ha assolto perché "il fatto non sussiste" ed è caduta anche l'accusa di stalking perché nel frattempo era stata ritirata la querela già nel 2018 dopo una conciliazione tra le parti. Come si legge in questo articolo, già a Milano era stata archiviata l'inchiesta in cui Bellomo era accusato di atti persecutori e violenza privata nei confronti di 4 studentesse della sua scuola. Ancora in corso a Bari il processo (il 3 dicembre 2020 davanti al giudice monocratico) per maltrattamenti ai danni di alcune ragazze.







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