venerdì 7 aprile 2023
Nel partito della premier si teme il rapporto privilegiato tra la capogruppo forzista al Senato Ronzulli e Salvini. Mulè cita il Gattopardo e assicura: non ci sarà un «dopo Silvio»
Tajani lavora per evitare diaspore. In Fdi preoccupa un possibile riavvicinamento tra Lega e azzurri

Tajani lavora per evitare diaspore. In Fdi preoccupa un possibile riavvicinamento tra Lega e azzurri - Fotogramma

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Dopo la paura e la forte apprensione vissuta mercoledì, Forza Italia ha accolto con grande sollievo le prime buone notizie arrivate ieri dal San Raffaele sullo stato di salute di Silvio Berlusconi. Tuttavia, resta latente un clima di ansia e di incertezza, non solo dentro il partito azzurro ma in tutto il centrodestra, per le possibili conseguenze che, in un futuro più o meno lontano, potrebbe avere uno scenario in cui Silvio Berlusconi non avrebbe più un ruolo politico di primo piano. I deputati di Fratelli d’Italia, in una breve riunione informale seguita al ricovero, avrebbero espresso qualche preoccupazione sulla tenuta del gruppo azzurro al Senato, dove, a loro giudizio, la capogruppo Licia Ronzulli potrebbe valutare l’ipotesi di un rapporto privilegiato con la Lega di Matteo Salvini. Secondo questi stessi ambienti, vale ancora il teorema secondo cui senza Berlusconi non ci sarebbe nemmeno Forza Italia. A quel punto, ragionano i parlamentari di Fdi, persino la premier non vedrebbe di buon occhio una maggioranza con un centro molto debole e una Lega fortemente ringalluzzita.

Anche perché un Carroccio rinforzato, osservano, potrebbe essere un ostacolo al progetto di alleanza nel Parlamento Europeo tra popolari e conservatori dopo il voto del 2024. Da Via Bellerio confermano che i rapporti personali con Ronzulli sono ottimi, ma nulla di più, chiarendo che non c’è «alcuna interlocuzione» e che ogni ragionamento al riguardo sarebbe «assolutamente prematuro». Al momento, insistono sul fatto che Salvini sia «realmente e umanamente colpito» dai problemi di salute del Cavaliere senza aggiungere altro. Quanto a Forza Italia tutti assicurano che non esiste alcuna possibilità che i senatori azzurri possano abbandonare la casa materna, un gruppo parlamentare, per diventare semplici portatori d’acqua in un altro partito. Per cui, allo stato attuale e con Berlusconi in forte recupero, tra gli azzurri la parola d’ordine è lavorare per l’unità, obiettivo comune, sostenuto con vigore dal coordinatore nazionale Antonio Tajani. Anche il nuovo capogruppo alla Camera Paolo Barelli, stimolato dai cronisti, non a caso ha escluso ogni «rivoluzione».

E il rilancio dell’identità del partito nel centrodestra sarà proprio al centro dell’annunciata manifestazione nazionale del partito a Milano (in programma il 5 e il 6 maggio), appuntamento confermato più che mai. Il ministro degli Esteri, proprio ieri, ha reso noto di aver avuto una significativa telefonata con l’ex premier. «È lui la guida del nostro partito, è lui il leader di Fi», ha dichiarato poco dopo. «Siamo impegnati a un evento di Forza Italia per maggio, lavoriamo alla riorganizzazione territoriale e al rafforzamento del partito per avere una presenza più capillare sul territorio». Insomma, il messaggio è chiaro e la tanto temuta “diaspora” azzurra, può attendere. Dello stesso avviso il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, che ha citato persino Il Gattopardo per ricordare che «oggi Forza Italia è Berlusconi e tale rimarrà» e per attaccare chi solo ipotizza una lotta per la sua successione: «Chi oggi rende omaggio al capezzale del Cavaliere e pensa a un dopo di lui ricorda quella frase del capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa: “Noi fummo i gattopardi, i leoni. Chi ci sostituirà saranno gli sciacalli, le iene”».

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