sabato 8 aprile 2023
La famiglia garantisce il sostegno anche finanziario al partito, subordinato alla linea governista del ministro degli Esteri. Stop all’ipotesi dei dissidenti di cambiare i vertici come da statuto
Antonio Tajani, qui con Silvio Berlusconi lo scorso anno a Napoli, garantisce la linea meloniana insieme a Marina Berlusconi

Antonio Tajani, qui con Silvio Berlusconi lo scorso anno a Napoli, garantisce la linea meloniana insieme a Marina Berlusconi - ANSA

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Sarà il ticket tra Marina Berlusconi e Antonio Tajani a tenere Forza Italia sui binari nel tempo della malattia del fondatore e leader del partito. La direzione è una sola: la stabilità e il sostegno al governo di Giorgia Meloni. È la rotta per cui i figli dell’ex premier sono ancora disposti a sostenere finanziariamente Forza Italia, e il ministro degli Esteri ne è il migliore e più affidabile interprete.
Tenere dunque un Congresso non è assolutamente all'ordine del giorno. Proprio Tajani, di prima mattina, ad Agorà, su Rai3, chiarisce che «nessuno ha mai parlato di Congressi, di dopo Berlusconi. Perché - aggiunge - grazie a Dio Berlusconi è operativo». «Sembrano un po’ iettatorie queste indiscrezioni che non esistono. Nessuno parla di Congressi, nessuno litiga», precisa il numero due di Forza Italia.

Non solo: non esiste alcun problema di simbolo, che appartiene alla famiglia, tantomeno di statuto: la leadership è nelle mani di Silvio Berlusconi, con Antonio Tajani nel ruolo sempre più saldo di cordinatore nazionale. Un quadro che sarebbe sostenuto anche da Gianni Letta.

Anche il pericolo di rimanere senza soldi, e la tesi secondo cui i figli sarebbero pronti a mollare il partito, sono rischi che vengono ridimensionati dai dati pubblicati sul sito del partito: la famiglia Berlusconi continua a essere la principale fonte del suo finanziamento. Nel 2023, a fine febbraio, sono arrivati nelle casse degli azzurri i primi versamenti da parte dei figli di Berlusconi, che l'anno scorso hanno contribuito tutti con 100 mila euro a testa.

Il pericolo di un disimpegno, in questo momento, si concretizzerebbe solo se in Fi prevalesse l’ala dissidente più aggressiva verso l’esecutivo. E questo anche a smentire l’ipotesi secondo cui l’assenza di Berlusconi dalla sala di comando di Fi rappresenterebbe un pericolo per Meloni. In questo frangente è l’esatto contrario, anzi la Forza Italia a guida Marina-Tajani è un partner molto più rigoroso rispetto alla Lega di Salvini.

Certo questo non vuol dire che Marina Berlusconi prepari una discesa in campo, un grande “classico” della politica italiana almeno da 15 anni a questa parte. Piuttosto, la prima figlia dell’ex premier si mostra partecipe del lavoro di tenuta e rilancio del movimento azzurro. Il suo ruolo è parso in filigrana, insieme a quello di Tajani e a discapito dei pasionari guidati da Licia Ronzulli, nella recente rivoluzione dell’organigramma di Fi. Il protagonismo di Marina, si spiega in ambienti di Forza Italia, è legato alla volontà dei figli di evitare preoccupazioni ulteriori al padre, ed è quindi un impegno che si annuncia continuativo nei prossimi mesi. Il prossimo step degli azzurri è l'organizzazione della kermesse milanese di maggio. Ancora non esiste un programma definitivo, ma si sta lavorando a una manifestazione di ascolto e di confronto con le professioni e l’impresa.

Non cadere in una fase di stallo è vitale per Fi specie con le Europee alle porte. E serve anche a rispondere a chi, dal centro, come Calenda, punta all’eredità elettorale del Cav. Le parole di giovedì del leader di Azione («È finita la Seconda Repubblica») non smettono di attirare polemiche risposte indispettite da parte dei berlusconiani. Ma il tema della successione esiste comunque, dentro e fuori Fi.

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