martedì 19 giugno 2012
Informativa del ministro. Il Carroccio espone lo striscione "Esodiamo la Fornero" e poi esce dall'Aula. Il ministro del lavoro: mi auguro che il ddl sia presto approvato.
Per un'Italia credibile al via la riforma del lavoro di Gianfranco Marcelli
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Potrebbe essere 62 anni l'età oltre la quale si potrebbe avere diritto alla salvaguardia del Governo e alla possibilità di andare in pensione con le vecchie regole. È quanto emerge dall'informativa del ministro del Lavoro, Elsa Fornero alla Camera a proposito dei lavoratori da tutelare oltre a quelli destinatari di accordi collettivi. "Il governo - ha detto Fornero affermando che i nuovi soggetti da tutelare oltre ai primi 65mila dovrebbero essere 55mila - si è espresso ripetutamente manifestando l'intenzione di salvaguardare innanzitutto i lavoratori interessati da accordi collettivi, in specie sottoscritti con l'ausilio dello stesso governo, attraverso il Ministero del Lavoro e quello dello Sviluppo, dato che l'approdo alla pensione al termine della mobilità era considerato in tali sedi elemento essenziale per la stessa conclusione dell'accordo. Per altre categorie, la salvaguardia potrebbe riguardare coloro i quali maturano il diritto entro il 2014 o hanno superato una soglia di età (per es. 62 anni)". "Per quanto riguarda i lavoratori meno anziani - ha ribadito il ministro - il mix delle soluzioni può muovere dall'estensione del trattamento di disoccupazione a formule di sostegno all'impiego di queste persone: per esempio con incentivi contributivi e fiscali nella direzione indicata dallo stesso disegno di legge di riforma del mercato del lavoro. Non vanno escluse la partecipazione, su base volontaria, a lavori di pubblica utilità".Appena il ministro del lavoro Elsa Fornero ha preso la parola nell'Aula di Montecitorio per l'informativa urgente sulla questione dei lavoratori esodati, il Gruppo della Lega Nord ha esposto uno striscione con su scritto "Esodiamo la Fornero" e successivamente ha abbandonato l'Aula in segno di protesta. "Siamo usciti dall'Aula - spiega il presidente dei deputati leghisti Gianpaolo Dozzo - perché non intendiamo più ascoltare futili scuse da un Ministro che non solo ha causato il problema degli esodati, ma lo ha colpevolmente minimizzato prevedendo forme successive di tutela solo per una piccolissima parte di essi. Migliaia di lavoratori - conclude Dozzo - sono rimasti senza stipendio, senza pensione e senza ammortizzatori sociali e chi ne è responsabile è proprio la Fornero. Contro Fornero abbiamo presentato una mozione di sfiducia individuale per i problemi da lei stessa creati e per l'incapacità di porvi un serio rimedio"."La riforma del lavoro che mi auguro verrà presto approvata in quest'Aula ha un buon equilibrio tra le contrapposte esigenze tra domanda e offerta di lavoro", ha detto Fornero al termine dell'informativa alla Camera sugli esodati. Fornero ha ribadito che la riforma "non è dogmatica" e che il Governo è disponibile a intervenire per i "necessari aggiustamenti".L'AUDIZIONE AL SENATOIl dato fornito dall'Inps e che ha scatenato le polemiche delle settimane scorse, cioè 400 mila lavoratori, "è stato interpretato come numero di lavoratori da salvaguardare, ciò che non è", perché il dato "è parziale e fuorviante". Lo ha detto Elsa Fornero durante un'audizione in Senato. "Respingo il fatto che io abbia fornito informazioni non vere, non è mai stata mia abitudine né voglio infrangere questa regola in questo breve periodo di governo tecnico", ha continuato. "Né ho mai inteso sottrarre dati alla pubblica conoscenza e discussione - aggiunge - rivendico di avere assunto invece un atteggiamento di chiarezza e trasparenza". Oltre ai 65.000 lavoratori esodati per i quali è già stata garantita una copertura al reddito, la nuova platea che il governo si impegna a tutelare è pari a 55.000 persone. Lo ha annunciato la stessa Fornero. "La nuova platea di lavoratori da salvaguardare è quantificabile in circa 55.000 persone di cui 40.000 in mobilità ordinaria", ha detto il ministro. Nella cifra dei 400.000 fornita dall'Inps, Fornero ha detto che in essa sono considerati anche lavoratori che non sono effettivamene fuori dal mondo del lavoro o che versano autonomamente i contributi. La Fornero ha posto l'accento sulle risorse da stanziare per garantire l'ulteriore platea dicendo che il governo è consapevole che "l'onere da corrispondere sarà sottratto a risorse da usare per altri impieghi ugualmente rilevanti da un punto di vista sociale". "L'onere e la copertura sono da vagliare", ha detto. Saranno privilegiati tra i lavoratori da salvaguardare coloro che sono interessati da accordi collettivi di uscita dall'impresa e coloro che maturano il diritto alla pensione entro il 2014 o hanno superato una certa soglia di età. Per i più giovani, invece, il governo potrebbe estendere il trattamento di disoccupazione o pensare alla partecipazione a lavori di pubblica utilità, ha concluso il ministro. Il decreto messo a punto finora dalla Fornero e dal premier Mario Monti tutela 65.000 tra i lavoratori che hanno raggiunto entro dicembre 2011 un accordo con le aziende per lasciare l'occupazione scivolando verso la pensione e che si sono poi trovati senza reddito per effetto della riforma che innalza i requisiti per lasciare il lavoro.In mattinata, parlando in collegamento telefonico dal convegno Occupazione e Welfare, organizzato dalla Fondazione Craxi, il ministro aveva detto che sulla riforma del lavoro "non c'è dogmatismo", bisogna "essere disposti a monitorarla, a vedere se gli effetti si discostano dagli obiettivi posti e se così dovesse succedere bisogna avere la disponibilità eventualmente a cambiare qualcosa". Fornero ha spiegato che "la riforma del mercato del lavoro è un buon equilibrio tra esigenze spesso contrapposte delle parti". Quindi, ha aggiunto, "se ci si sforza tutti insieme di guardare alle cose positive che ci sono e all'equilibrio che realizza, io credo che faremo un buon passo nella direzione di un futuro migliore per questo Paese".BERSANI: RISOLVERE ESODATI E ACCELERIAMO DDL LAVORO Il Pd è pronto ad "accelerare" sull'approvazione del Ddl sulla riforma del mercato del lavoro ma chiede "una risposta non verbale" e rapida sul problema degli esodati. In questo caso è pronto anche a valutare ulteriori modifiche sul lavoro in un decreto legge. Lo ha spiegato il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, a 'Youdem'. Bersani ha ribadito che per il Pd risolvere il problema degli esodati è "un tema sociale acutissimo" ed è "una priorità".
Bersani ha spiegato che il Pd sta dicendo al Governo "una cosa molto chiara", cioé che è pronto "ad accelerare le norme sul mercato del lavoro, anche se non ci soddisfano e dovremo assolutamente tornarci su". Ciò detto, "a fronte di questo ci vuole una risposta non verbale sul tema degli esodati perché non si può lasciare la situazione in così grave incertezza". A chi gli chiede se fosse disposto ad apportare in futuro modifiche attraverso lo strumento di un decreto, Bersani ha risposto affermativamente: "può essere una cosa che può essere valutata, però a fronte di una iniziativa che riguarda gli esodati che per noi - ha ribadito - è una priorità".MARTONE: SIAMO REALISTI, FAREMO CIO' CHE È NECESSARIO "E' necessario un approccio realista, e quindi valutare come funzionano le istituzioni del mercato del lavoro e fare il necessario per risolvere i problemi". E' qaunto ha affermato a proposito della riforma del lavoro il viceministro del Welfare, Michel Martone, a margine di un evento Uil. "Un'approvazione rapida entro il vertice del 28 è sicuramente un segnale importante che l'Italia prosegue sulla via del risanamento. Dopo l'approccio sarà quello di guardare con realismo al funzionamento degli istituti del mercato del lavoro e intervenire dove è necessario", ha detto Martone.I PARTITI APRONO A UN SI' RAPIDO, LA PAROLA AL GOVERNOI partiti della maggioranza aprono alla richiesta fatta dal premier Monti ma non formalizzata ancora in Parlamento, di un'approvazione del ddl lavoro prima del Vertice europeo del 27-28 giugno. In questa direzione si sono espressi Giuliano Cazzola (Pdl) e Cesare Damiano (Pd). Entrambi però chiedono alcuni impegni politici al governo, che dovra' ora pronunciarsi nelle sedi appropriate e non piu' solo in quelle giornalistiche. Determinanti saranno gli interventi oggi e domani al Senato e alla Camera sugli esodati del ministro Fornero, che incontrera' i capigruppo di maggioranza gia' oggi a Montecitorio. E non si esclude che in settimana il sigillo politico all'intesa arrivi da Monti e da ABC. La giornata e' stata a due facce: in mattinata Pdl e Pd hanno ribadito le posizioni di ieri, con Renato Brunetta e Maurizio Gasparri che hanno respinto il ''diktat'' dell'esecutivo; poi nel pomeriggio c'e' stata l'apertura.Complice anche lo spettro dei mercati che non hanno dato tregua ai nostri Titoli di Stato, con lo spread di nuovo in crescita. A dare il la' e' stato il ''lodo'' lanciato da Pierferdinando Casini: approvare subito il ddl rinviando a un successivo ''tagliando'' la messa a punto del testo. Cazzola, ha a sua volta convenuto al si' rapido della Camera al provvedimento, con eventuale modifiche da concordare e da inserire nel successivo decreto sviluppo. E anche Cesare Damiano ha aperto a nome del Pd: l'ex ministro ha detto di ''comprendere il significato politico ed economico'' della richiesta del governo, che e' realizzabile se l'esecutivo trovera' con il Parlamento e le parti sociali ''un accordo che definisca in modo contestuale'' anche la vicenda degli esodati. Insomma su questi ultimi non si chiede piu' un decreto entro venerdi', bensi' un accordo politico prima del Vertice Ue. Il tutto mentre i capigruppo della maggioranza, in contatto con il presidente Gianfranco Fini, concordavano un incontro con il ministro Fornero gia' oggi. Anche perche' finora non e' arrivata ancora alcuna richiesta ufficiale di un'accelerazione dei tempi, come ha fatto osservare il presidente della commissione Lavoro, Silvano Moffa.Attesissime dunque le parole di Fornero che rispondera' alle interrogazioni sugli esodati in Senato e mercoledi' alla Camera. Il ministro, che ha ribadito l'auspicio dell'approvazione del ddl entro il 28, sa che le sue risposte su questo punto non possono essere quelle dei giorni scorsi. Infatti oggi ha detto che su tale problema sta ''lavorando''. Ed ha aperto anche all'ipotesi del ''tagliando'' alla riforma in tempi successivi se si vede che ''qualche norma'' non va. Oggi, presumibilmente nel pomeriggio, dopo il Senato, Fornero fara' il punto con i capigruppo a Montecitorio. Dopo di che non si puo' escludere che possa essere necessario che siano i leader, Alfano, Bersani e Casini, a sigillare con Monti l'intesa.
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