mercoledì 8 giugno 2022
La ministra per il Sud incontra don Patriciello: «Vogliamo che i cittadini sappiano che lo Stato non li lascerà soli». Stanziato oltre un milione di euro per la videosorveglianza al Parco Verde
Fondi per la sicurezza. A Caivano torna lo Stato

Ansa

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C’è un sole cocente di fine primavera a salutare l’arrivo dello Stato al Parco Verde di Caivano. Anno dopo anno, quest’area di edilizia popolare in cui furono ammassate centinaia di famiglie provenienti da Napoli è stato trasformato in un centro all’ingrosso dello spaccio di droga. Di politici e rappresentanti delle istituzioni, in questa estrema periferia napoletana al confine col Casertano – che con essa condivide, oltre al dramma della pressione camorristica, anche quello della Terra dei fuochi – se ne sono visti tanti in questi anni e ancor di più negli ultimi mesi.

Tra questi c’è la ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, che martedì si è presentata nella parrocchia di San Paolo Apostolo, di cui è parroco don Maurizio Patriciello – sacerdote da anni in prima linea contro lo scempio ambientale e la camorra, e finito nei mesi scorsi sotto scorta – con una risposta che recepisce proprio un appello che il parroco del Parco Verde e l’intera comunità di Caivano vanno ripetendo da mesi alle istituzioni. Ovvero un sistema capillare di videosorveglianza che funga da deterrente a chi ha fatto e vuole continuare a fare del Parco Verde e di altri quartieri di questo Comune una terra condannata a essere schiacciata dal sistema camorristico. Il ministero si è impegnato a stanziare 1,16 milioni di euro nell’ambito del contratto istituzionale di sviluppo “Terra dei fuochi”, firmato il 26 gennaio scorso proprio nella parrocchia del Parco Verde, con i sindaci dell’area, così ribattezzata per il disastro ambientale subito negli ultimi decenni (lo stanziamento complessivo ammonta a 1,9 miliardi che finanzieranno 450 progetti di più Comuni, sfruttando, tra l’altro, le risorse residue del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020).


Il parroco: «Un giorno importante, ma per difenderci da chi ci minaccia
abbiamo dovuto spendere 22mila euro di tasca nostra»

L’obiettivo del cis “Terra dei fuochi” non è altro che la realizzazione di progetti e investimenti volti a rilanciare questo territorio composto da 66 Comuni del Napoletano e del Casertano. Al fine di rafforzare questa linea di lotta senza quartiere al crimine organizzato, il Contratto sarà sottoscritto anche dal ministero dell’Interno per il tramite della prefettura di Napoli, così da rafforzare le misure di prevenzione. Agli amministratori che hanno sottoscritto il cis – fanno sapere dal ministero per il Sud – sarà distribuito un vademecum volto a favorire un utilizzo più efficace delle risorse, a procedere rapidamente con i bandi di gara e a promuovere procedure corrette ed efficienti. «Vogliamo mandare un messaggio ai cittadini: qui lo Stato c’è e non vi lascerà soli – ha detto la ministra Carfagna nel corso del suo intervento nella parrocchia del Parco Verde –. Il modo migliore perché i cittadini possano avvertire la presenza dello Stato è che venga garantisca la loro sicurezza.

Oggi lo facciamo in maniera più completa inserendo questo finanziamento di oltre un milione di euro per un moderno sistema di videosorveglianza, con uno sguardo particolare sul Parco verde, così come giustamente richiesto e reclamato a gran voce da don Maurizio». Il parroco del Parco Verde ha ringraziato, ma senza una punta di rammarico: «È sicuramente un bel giorno per Caivano – ha detto –, ma intanto abbiamo dovuto spendere 22mila euro di tasca nostra per installare la videosorveglianza intorno alla parrocchia. Chi ci ha minacciato nei mesi scorsi ha potuto agire indisturbato. Mi auguro che la giornata di oggi possa segnare un cambio di passo all’interno delle istituzioni rispetto al dramma di Parco Verde e di altre periferie d’Italia abbandonate a se stesse e alla prepotenza del crimine organizzato».

Ansa

Caivano: il fortino della droga

È la piazza di spaccio più grande d’Europa. Nel Parco Verde, periferia di Caivano (Napoli), arrivano giorno e notte decine di pusher e consumatori da tutta la Campania e da altre regioni del Sud. Si tratta di uno spazio chiuso tra i palazzoni di un rione costruito dopo il terremoto del 1980 e oggi città. Un “fortino della camorra” nel quale si spacciano soprattutto crack e cocaina.
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