giovedì 29 dicembre 2022
Un progetto di Fondazione Sacra Famiglia e Associazione in Opera. Con il legno delle barche dei migranti arrivati a Lampedusa si realizzano oggetti di grande valore emotivo
Presepi e strumenti musicali, malati psichiatrici e carcerati sono artigiani
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Incontrarsi e lavorare insieme fa bene. Lo dimostra l'iniziativa "Legami in Opera" che coinvolge persone con disabilità o patologie psichiatriche e persone detenute. L'idea è venuta alla Fondazione Sacra Famiglia e all’Associazione in Opera. Quest’anno il progetto, che si sta concentrando sull’importanza delle emozioni, da cui prende il nome Emozioni in Opera, vede la partecipazione di cinque utenti del Centro diurno psichiatrico Il Camaleonte della Fondazione Sacra Famiglia e di circa venti detenuti, di origini italiane e straniere, all’interno del carcere di Milano-Opera.

L'incontro permette di realizzare, all'interno di un coinvolgimento amichevole, attività ricreative di confronto e condivisione all’interno del carcere.

Pazienti e detenuti hanno potuto lavorare con un materiale particolare per le proprie creazioni: presepi e strumenti musicali sono stati infatti ricavati dal legno di alcune imbarcazioni di migranti, trasportate dal molo Favarolo di Lampedusa all’interno delle carceri per essere trasformati in oggetti di speranza grazie alla collaborazione con Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti.

Le testimonianze dei partecipanti al progetto sono state raccolte da Fondazione Sacra Famiglia e dall’Associazione In Opera che hanno rilevato la soddisfazione condivisa e il beneficio emotivo ricavato dalle attività da parte di entrambi i gruppi.

Le attività sono cominciate seguendo l’impostazione dei percorsi terapeutici del Centro Il Camaleonte, con momenti di scambio tra i due gruppi, che hanno avuto modo di conoscersi e confrontarsi sulla percezione reciproca dell’altro, sulle proprie emozioni e su parole chiave che favorissero il dialogo, la conoscenza e l’empatia. Sono seguiti poi momenti pratici che hanno visto i partecipanti ormai affiatati impegnarsi insieme per costruire presepi e strumenti musicali all’interno del Laboratorio di Liuteria e Falegnameria della Casa di reclusione.

Barbara Migliavacca, responsabile del Centro diurno psichiatrico Il Camaleonte di Fondazione Sacra Famiglia, ha sottolineato: “È stato molto emozionante per tutte le persone che vivono questo progetto e per tutte quelle che contribuiscono a realizzarlo. Progressivamente, abbiamo visto le barriere abbassarsi e le distanze accorciarsi tra i due gruppi".

"I benefici del percorso per entrambi nascono proprio dalla prossimità e dalla vicinanza emotiva che si crea - aggiunge Migliavacca -. Per le persone detenute, così come per gli ospiti di Fondazione Sacra Famiglia che hanno accolto, il progetto è un’esperienza importante che aiuta ad affinare la capacità di relazionarsi in modo costruttivo ed empatico con il prossimo, oltre che a riappropriarsi di quella percezione di senso e utilità che ogni persona ha bisogno di attribuire alle proprie azioni”.

Paolo Pigni, direttore generale di Fondazione Sacra Famiglia commenta: “Siamo orgogliosi di essere protagonisti di questo innovativo progetto, che rientra pienamente nello spirito e nella missione di Sacra Famiglia e ne incarna il metodo: costruire relazioni e immaginare percorsi di condivisione. I nostri ospiti soffrono di complesse o gravi fragilità fisiche, psichiche e sociali: l’incontro con i detenuti e la realizzazione di questo progetto è un concreto esempio di come Sacra Famiglia è vicina a ciascuna persona fragile in diversi contesti di vita."

"Un grazie speciale - ha concluso Pigni- va ai nostri operatori che, come in questo caso, promuovono un’attenzione alla singola persona e alla qualità della sua vita in qualsiasi condizione si trovi, e alla Direzione del carcere di Opera che ha reso possibile questo incontro così significativo”.

Tra l'altro in occasione delle festività natalizie i partecipanti al progetto hanno potuto condividere un pranzo di Natale conclusivo delle attività in programma per il 2022 e che ripartiranno a gennaio. I cinque ospiti di Fondazione Sacra Famiglia hanno poi lasciato la struttura recando ognuno con sé uno dei presepi realizzati all’interno del carcere. Un ricordo e una promessa.


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