sabato 27 giugno 2020
Iniziativa del prefetto Raffaele Grassi. Ne faranno parte le tre forze di polizia e gli ispettori del lavoro. All'opera dall'1 luglio. "Specifici controlli nelle aziende agricole".
La raccolta del pomodoro nella provincia di Foggia

La raccolta del pomodoro nella provincia di Foggia - Archivio Reuters

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La lotta allo sfruttamento dei braccianti alza il tiro e si organizza per colpire meglio. Dall'1 luglio nel Foggiano, terra di grande agricoltura ma anche di diffusa illegalità e di importanti azioni di contrasto di magistratura e forze dell'ordine, saranno operativi Gruppi interforze anticaporalato. Nel mirino in particolare le aziende agricole. Lo ha deciso il prefetto di Foggia, Raffaele Grassi, per "contenere l'odioso fenomeno dello sfruttamento degli esseri umani in agricoltura". I gruppi interforze saranno composti da operatori della Polizia di Stato, da militari dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di finanza, con l'aggiunta di funzionari dell'Ispettorato del Lavoro.

L'area di intervento riguarderà tutta la Capitanata e gli obiettivi da controllare saranno oggetto di una valutazione strategica che sarà effettuata, volta per volta, in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. A conferma dell'importanza del tema e della gravità della situazione. Seguiranno i tavoli tecnici presieduti dal questore di Foggia, Paolo Sirna, per le conseguenti determinazioni operative. Come detto in particolare saranno oggetto di specifici controlli le aziende agricole. Non ci si fermerà, dunque, al caporale, figura intermedia, spesso solo un "pesce piccolo", ma si andrà a colpire i veri protagonisti dello sfruttamento, cioè gli imprenditori agricoli che utilizzano manodopera in nero o in grigio, senza rispetto di salari e orari, senza sicurezza e spesso in condizioni di vera e propria schiavitù. E facendo così una concorrenza sleale agli imprenditori corretti. Un intervento favorito dalla legge 199 del 2016, che sta dando ottimi risultati aiutando le indagini e permettendo di colpire i reali responsabili dello sfruttamento.

Le attività interforze si aggiungono a quelle già messe in atto dalle Forze dell'ordine, in forma autonoma, con i rispettivi reparti di riferimento. È un'arma in più, assolutamente preziosa e necessaria per meglio contrastare il fenomeno, non disperdendo le forze e anzi rendendole più efficaci. Ma la repressione non basta. La stessa legge 199 prevede tutta una serie di interventi di prevenzione che stentano a decollare. Così nei giorni scorsi, il prefetto Grassi ha presieduto un incontro a cui hanno partecipato le parti sociali, le organizzazioni di settore, i datori di lavoro, i dirigenti dell'Inps e dei centri per l'impiego, i rappresentanti di regione e provincia. L’obiettivo è quello di costruire un modello di sicurezza che favorisca una "buona agricoltura", con impiego di manodopera in forma regolare. Una riunione che sarà ripetuta con cadenza sistematica, proprio per l'importanza dell'azione preventiva. Guerra a tutto campo, dunque, agli sfruttatori e proprio nel pieno della stagione della raccolta dei pomodori. Gli imprenditori senza scrupoli sono avvisati.

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