venerdì 16 dicembre 2011
Nelle due diocesi toscane gli immobili destinati anche solo parzialmente ad attività commerciale versano l’imposta. Il caso simbolo del Convitto della Calza, accusato di evadere e per il quale invece si contribuisce regolarmente Tutte strutture con cappellina "pagante".
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C’è un edificio simbolo a Firenze nel dibattito sulle esenzioni Ici alla Chiesa. È il Convitto della Calza, vicino a Porta Romana. «Un chiostro del ’500 e sale affrescate con capolavori come il Cenacolo del Franciabigio», come si legge nel sito internet. Antico ospedale del ’300, poi dei padri Gesuati, è oggi una residenza per sacerdoti anziani autosufficienti. Ristrutturato con i fondi del Giubileo, ospita anche un centro congressi, l’"Oltrarno Meeting Center", spesso utilizzato per riunioni del Consiglio diocesano pastorale o presbiterale, oltre che per incontri e convegni di ogni tipo. Per anni è stato additato sui giornali come simbolo dei "privilegi" della Chiesa: un albergo (36 camere) che non paga l’Ici. Niente di più falso. L’Ici la paga, eccome. Per l’esattezza 10.515 euro nel 2010. E per l’intero immobile, comprese le abitazioni dei sacerdoti anziani.Lo ha rivelato il settimanale Toscana Oggi in un ampio servizio, tutto dedicato all’Ici per gli immobili della Chiesa. Si scopre così che a Firenze il solo Istituto diocesano per il sostentamento del clero, che dopo la riforma del Concordato ha incamerato tutti i benefici parrocchiali e della mensa arcivescovile, paga ogni anno per l’Ici qualcosa come 498.406 euro. Un miliardo delle vecchie lire. Altro che esenzione. Come ha spiegato Marco Galletti, direttore dell’Idsc, l’85% dei 1.589 immobili posseduti paga regolarmente l’Ici. Tra i 232 immobili esenti, ce ne sono 127 adibiti al culto, oppure in comodato gratuito a enti o associazioni non-profit per attività di utilità sociale. Gli altri 105 sono terreni e immobili rurali in cui vivono coltivatori diretti (perciò esenti per chiunque, come prevede la legge). E non si pensi che tutto ciò che è adibito ad attività sociali o assistenziali, come prevede la legge sull’Ici del 1992, sia poi davvero esente. Perché per poterne beneficiare occorre che l’immobile sia gestito direttamente dal proprietario, oppure che sia in comodato gratuito all’ente che poi eroga i servizi. Per questo l’Idsc paga ben 13.400 all’anno al Comune di Firenze per Villa San Luigi, a Castello, gestita dall’Opera diocesana assistenza che ne ha fatto un centro all’avanguardia nell’assistenza ai disabili gravi. Ben 1.044 euro per il Centro internazionale studenti "Giorgio La Pira", in via dei Pescioni, voluto dal cardinale Benelli come punto di sostegno e di incontro per gli studenti stranieri in città. E 3 mila euro di Ici vanno al Comune di Scandicci per "Casa Mamma Margherita", gestita dai Salesiani e che accoglie minori tra i 14 e i 18 anni. Nel pieno dell’emergenza profughi da Lampedusa è stata una delle centinaia di strutture messe a disposizione della Regione dal mondo cattolico per accogliere piccoli gruppi di profughi.Stesso discorso nella vicina diocesi di Prato, dove il conto-Ici raggiunge complessivamente i centomila euro. Come ha spiegato al settimanale l’economo, il canonico Emilio Riva, la Diocesi paga per i negozi dati in affitto al piano terreno del palazzo vescovile. Tra questi anche per la Libreria Cattolica. In tutto, compresi alcuni appartamenti e dei terreni agricoli, versa 40 mila euro l’anno. 23 mila euro se ne vanno solo per la Versiliana, una Casa per ferie a Pietrasanta (Lu), di proprietà di una srl, che fa capo alla Diocesi, e grazie alla quale ogni estate molte famiglie di anziani, di portatori di handicap o gruppi parrocchiali possono fare un po’ di mare.Anche qui non serve a niente che ci sia una cappella. Anzi, la Diocesi paga l’Ici anche su quella. L’Idsc da parte sua per due immobili con appartamenti e negozi versa 5.462 euro. Altri 6.240 li paga l’Istituto per l’educazione religiosa e l’assistenza morale della gioventù, sempre presieduto dal canonico Riva. Il complesso del Seminario è di per sé esente, ma non gli immobili di sua proprietà ad uso commerciale: in tutto quasi 12 mila euro. Un caso davvero emblematico è poi quello del complesso degli ex Celestini, di proprietà della "Villa Maria Assunta srl", che vi ha fatto una casa di riposo per anziani: nonostante anche qui ci sia la famosa "cappellina" di cui favoleggiano sempre i radicali, ogni anno versa 32 mila euro di Ici.
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