venerdì 15 febbraio 2013
Nel corso dell'interrogatorio che si è svolto oggi nel carcere di Busto Arsizio, Orsi ha negato ogni illecito. Il ministero della Difesa di New Delhi ha annunciato con un comunicato di aver «avviato l'azione per l'annullamento del contratto» per l'acquisto dei 12 elicotteri.
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Giuseppe Orsi si è dimesso dalla carica di presidente e di componente del Cda di Finmeccanica. Orsi - come ha spiegato il suo avvocato, Ennio Amodio - ha comunicato la decisione con unalettera al Gip che lo ha interrogato. Amodio ha aggiunto che la scelta di Orsi deriva dalla volontà di «rasserenare il clima che si è venuto a creare in conseguenza delle indagini». La notizia è stata confermata dalla società. Nel frattempo, da Nuova Delhi, arriva la notizia che il ministero della Difesa indiano ha avviato un'azione per cancellare il contratto di fornitura di 12 elicotteri AW-101 da parte della Augusta Westland Orsi: mai avuto remore a dimettermiL'ex presidente di Finmeccanica Giuseppe Orsi, nel corso del suo interrogatorio, ha spiegato di non avere «mai avuto remore a dimettersi», e di «non aver mai avuto degli inviti», in tal senso. Lo ha spiegato il suo avvocato Ennio Amodio, il quale ha aggiunto che Orsi rimaneva al suo posto per non pregiudicare la situazione dell'azienda e il contratto con il governo indiano, relativo ai 12 elicotteri Agusta. Oggi Orsi, nel suo interrogatorio davanti al gip nel carcere di Busto Arsizio, ha depositato un lettera con cui rassegna le dimissioni da presidente e da consigliere di amministrazione di Finmeccanica.Amodio, legale dell'ex presidente di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, ha spiegato che, nel corso dell'interrogatorio, il manager «ha detto tre no». Orsi ha detto di non aver mai dato mandato allo svizzero-americano Guido Hashcke per «alcun tipo di manovra» per l'operazione indiana; di non aver mai conosciuto la famiglia Tyagi, di non aver mai saputo di manovre illecite nell'ambito dell'operazione di compravenditadei 12 elicotteri.India, tensioni politiche attorno allo “Scandalo Finmeccanica”Pressato dall'opposizione di centro-destra (Bjp) e dai media, e alla vigilia della sessione parlamentare riservata all'approvazione del bilancio 2013/14 che si presenta burrascosa, il governo indiano ha deciso di irrigidire la sua posizione su quello che qui viene chiamato lo “scandalo Finmeccanica”.Così nel pomeriggio il ministero della Difesa ha diramato un breve comunicato in cui ha annunciato di avere inviato «una formale “show cause notice” alla AgustaWestland della Gran Bretagna riguardante la volontà di cancellare il contratto e l'avvio di altre azioni come previsto dai termini del contratto e del Patto di Integrità» firmato dalle parti.Il ministero ha quindi ricordato di avere «già sospeso giovedì ogni pagamento alla compagnia» e che con la comunicazione odierna «anche l'operatività del contratto è sospesa» mentre «alla compagnia è stato chiesto di rispondere entro sette giorni».Sulle ipotesi di sospendere i pagamenti e magari annullare il contratto firmato, fonti industriali a New Delhi avevano confidato all'Ansa che prima di avanzare su questo terreno il governo indiano, ed i suoi legali, devono «studiare attentamente tutti gli aspetti del contratto per non incorrere in errori che potrebbero causare una rivalsa da parte del fornitore».L'india invia in Italia un team investigativoDa parte sua, anche l'Ufficio centrale di indagini (CBI), a cui la Difesa indiana aveva chiesto di aprire una indagine sull'accaduto, ha deciso di muoversi ed oggi ha reso noto di aver deciso di inviare in Italia un team investigativo per acquisire direttamente materiale rilevante per risalire ad eventuali corruttori e corrotti.Quando due giorni fa aveva ricevuto l'incarico di avviare l'indagine, il CBI si era trovato nell'impossibilità di farloper carenza di materiale probante di fonte ufficiale, avendo ricevuto solo «ritagli di giornale». Da qui la decisione di inviare una squadra di investigatori in Italia. Nello stesso tempo le autorità indiane si sono mosse anche nei confronti della Gran Bretagna -AgustaWestland è una società di diritto britannico - ricevendo però solo una risposta provvisoria.
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