mercoledì 25 marzo 2009
Approvazione a larga maggioranza. Nella prima votazione spaccatura nel Pd. Bassoli annuncia il voto contrario, ma un piccolo drappello di democratici si schiera con il centrodestra. Bocciati a inizio seduta oltre 1.600 emendamenti «premissivi» presentati dai radicali.
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Si avviano le votazioni al Senato sul fine vita, con l’approvazione degli articoli uno e due. Il primo è passato con 161 sì, 95 no e 30 astenuti. Il secondo con 148 voti a favore, 95 contro e 18 astenuti. Già sul primo articolo si è registrata una spaccatura del Pd. Fiorenza Bassoli ha annunciato voto contrario, ma un piccolo drappello del gruppo ha votato a favore, tra di essi Emanuela Baio, Claudio Gustavino e Lucio D’Ubaldo. Tra i democratici dovrebbero esserci anche vari astenuti, ad esempio Francesco Rutelli sul primo e sul secondo articolo, una dichiarazione in questo senso ha esplicitato anche Daniele Bosone. Analoga dichiarazione sul primo articolo di Giuseppe Astore per l’Idv, contraddicendo Francesco Pardi, che aveva anticipato un no. Sui due primi articoli si è espresso a favore l’Udc. L’aula di Palazzo Madama ha dato via libera a sei emendamenti al primo articolo, di cui tre del Pd, con parere favorevole di relatore e governo. Tra gli emendamenti approvati sono passate due proposte di modifica di Francesco Rutelli. La prima riguarda l’articolo 1 e prescrive che alla tutela della vita e della salute deve essere indirizzata non solo l’attività medica ma anche quella « di assistenza alle persone » . Sul secondo articolo la modifica impone che nel caso del consenso informato del minore, quest’ultimo sia consultato prima della decisione degli esercenti « la potestà parentale o la tutela » . Sono passati anche due emendamenti al primo articolo di Gustavino del Pd sulla imprescindibilità del consenso informato che sostituiscono con la dizione: la legge « riconosce» , al posto di « garantisce » , limitandola a «i trattamenti sanitari » e non a tutti « gli atti medici» . La modifica di Michele Saccomanno del Pdl estende il rispetto della dignità della persona «alle applicazioni della tecnologia e della scienza» . Un emendamento di Domenico Nania « impone l’obbligo al medico di informare il paziente sui trattamenti sanitari più appropriati, fatto salvo quanto previsto dall’articolo 2, comma 4 della legge» . Una modifica proposta da Laura Bianconi sempre del Pdl, limita ai pazienti « in condizioni di morte prevista come imminente» , e non anche « in stato di fine vita » , il divieto di trattamenti straordinari non proporzionati non efficaci, eliminando anche la dizione « e da trattamenti configurati come accanimento terapeutico» . Sul secondo articolo sono passati 11 emendamenti di cui due dell’opposizione. In apertura di seduta il relatore Raffaele Calabrò ha sottolineato che il ddl è « basato sulla chiarezza nella formazione di alcuni principi ( no all’eutanasia, no al suicidio assistito, no all’accanimento terapeutico) ed ha come conseguenza la non vincolatività delle dichiarazioni anticipate di trattamento» . È un testo, che secondo il relatore, è migliorato grazie all’impegno di tutti quanti in commissione e non solo. Calabrò ha invitato a compiere « un’ultimo sforzo per giungere a una legge che sia la migliore possibile » , che raccolga « la condivisione più ampia possibile » . « Fare una legge è più che opportuno: è necessario » , ha osservato il sottosegretario al Welfare, Eugenia Roccella, ricordando che in questo senso si « sono espresse le massime autorità dello Stato » a cominciare dal Presidente Napolitano. Si deve anche « dimostrare che tra maggioranza e opposizione è possibile una dialettica accesa ma non paralizzante » . Il dialogo infatti « c’è stato e può continuare » . Secondo la Roccella « ci può essere ancora spazio per ulteriori modifiche, sempre tenendo fermi i punti fondamentali » . Il presidente del Senato Renato Schifani, ha mostrato la ferma intenzione di non far travalicare la scadenza concordata. Sotto la sua presidenza è proceduta speditamente la bocciatura dei 1.609 emendamenti ' premissivi' dei radicali. È stata respinta anche la richiesta di Emma Bonino di non passare all’esame degli articoli. La presidenza ha ammesso lo scrutinio segreto per circa la metà ( 53) delle richieste. Per quanto riguarda il voto finale si è riservato la decisione in base all’andamento dell’esame. « Il cammino della legge in aula al Senato – ha commentato il vicecapogruppo del Pdl, Gaetano Quagliariello – sta procedendo bene. In particolare, l’esito della votazione sull’articolo 1 dimostra che è stato raggiunto un lessico comune e che quella contro il ddl Calabrò è una battaglia di minoranze e di elite che nulla hanno a che vedere con la realtà del Paese» .
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