venerdì 20 febbraio 2009
La commissione Sanità approva il testo con 13 sì, 6 no e 3 astenuti, ora la parola all'Aula. Polemica sulle parole di Beppino Englaro, che ha definito una «vera barbarie» il disegno di legge. Gasparri e Quagliarello: «Offende il Parlamento». E scoppia anche il caso Marino, che lamenta la mancanza di una linea condivisa nel Pd. D'Alema: «Un errore sostituirlo».
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    La commissione Sanità del Senato ha adottato ieri il disegno di legge Calabrò come testo base per un provvedimento sul fine vita. Tredici i voti a favore, sei i contrari e tre le astensioni. Il Pd si è dunque schierato con cinque "no" (Donatella Poretti, Fiorenza Bassoli, Ignazio Marino, Lionello Cosentino e Franca Chiaromonte, a cui si è aggiunto Giuseppe Astore dell’Idv) e tre astenuti (Dorina Bianchi, nuova capogruppo al posto di Marino, Claudio Gustavino e Daniele Bosone). Le reazioni. «Dò una valutazione positiva del voto», ha spiegato subito dopo lo scrutinio il relatore Raffaele Calabrò, secondo cui «l’astensione di alcuni colleghi del Pd dice che c’è anche apprezzamento sul testo». E ha garantito che «senz’altro c’è la possibilità di miglioramenti ma all’interno di alcuni principi di fondo». Marino, però, ha subito accusato Calabrò di «totale chiusura», prospettando «un’azione di contrasto parlamentare rigorosa con tutti gli strumenti a disposizione». E ha lamentato la mancanza di «una linea condivisa nel Pd». Critiche all’astensione della Bianchi hanno manifestato Barbara Pollastrini, la Chiaromonte e la radicale Poretti. Gustavino, comunque, ha dato atto a Calabrò di aperture verso le proposte del Pd: «Significa voler riconoscere, senza rinunciare ai principi ispiratori che, peraltro, ho già dichiarato di condividere, il contributo dell’opposizione per redigere in commissione un testo migliore».Beppino Englaro: «Una barbarie». Gasparri e Gagliarello: «Offende il parlamento». Botta e risposta tra Beppino Englaro e il capogruppo e vice-capogruppo del Pdl in Senato. Englaro - che aderisce alla manifestazione "Sì alla vita, no alla tortura di Stato", che si svolgerà domani a Roma in piazza Farnese, organizzata da Micromega contro il ddl Calabrò - ha sostenuto che il Parlamento si appresta ad approvare «una vera e propria barbarie». Sulla rivista il papà di Eluana va all’attacco: «Una legge assurda e incostituzionale contro la quale è assolutamente necessario che i cittadini facciano sentire la propria voce e scendano in piazza a manifestare». Parole che «rattristano» il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, e il suo vice Gaetano Quagliariello, perché Englaro «ha così offeso gratuitamente il Parlamento», parlando di un disegno di legge «ancora in discussione al Senato» con consensi ben oltre la maggioranza. Un dramma personale «non può essere usato per coprire un disegno politico», aggiungono i due esponenti del Pdl, manifestando «l’impressione», che «il polverone» serva ad impedire un dibattito chiaro per non dire apertamente che in realtà si vuole «l’introduzione dell’eutanasia nel nostro Paese».D'Alema: «Nutrizione e idratazione sono cure. Errore sostituire Marino». NUn grande partito "non può non capire che in un momento come questo sostituire Ignazio Marino dalla commissione che discute di testamento biologico è un grave errore". In una lunga intervista a Repubblica Massimo D'Alema si ferma a riflettere sui messaggi "confusi" mandati dal Pd su molti temi, tra cui quello del testamento biologico e critica l'assunto di base contenuto nel ddl Calabrò in discussione al Senato, secondo il quale alimentazione e idratazione artificiale non sono cure. L'idea che "nutrizione e idratazione non siano una cura è assurda e antiscientifica. L'obbligatorietà di alimentazione e idratazione forzata per persone che abbiano perduto coscienza non è prevista nella legislazione di nessun Paese civile". "Io rispetto i cattolici - aggiunge - e non metto in discussione la libertà di coscienza, ma la libertà di scelta in materia di trattamenti sanitari è un principio costituzionale e di civiltà".
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