giovedì 19 marzo 2009
Veronesi e Bonino: questo non è testamento biologico. D’Alia: emerge una cultura della morte, che è contraria alla nostra Carta costituzionale Calabrò: far morire di fame e di sete è barbarie Incostituzionalità: respinte in Senato le pregiudiziali di Pd, Idv e radicali.
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    Il disegno di legge sul fine vita affronta positiva­mente il primo esame dell’aula al Senato. Sono state respinte sia quattro pregiudiziali di costitu­zionalità che una richiesta di sospensiva dell’esame. Tre pregiudiziali erano state presentate dal Pd, di cui due dai radicali, che, hanno avanzato anche la so­spensiva. Anche l’Idv ha presentato una pregiudizia­le. Dopo il superamento di questi ostacoli si è aperta la discussione generale. Primo intervento quello di Umberto Veronesi, secondo il quale il ddl è contro il testamento biologico. La conferenza dei capigruppo in serata ha confermato il calendario dei lavori del­l’aula, fissando il voto finale per giovedì 26 marzo, e­ventualmente in notturna. Oggi si chiude la discus­sione generale con due sedute in mattinata e nel po­meriggio. Martedì inizierà il voto sugli emendamen­ti, che proseguirà mercoledì e giovedì con sedute an­che notturne. Quanto al voto segreto che i gruppi di opposizione vorrebbero su alcuni emendamenti, c’è tempo fino a oggi per presentare richiesta all’ufficio di presidenza. La seduta di ieri era iniziata con la relazione di Raffaele Calabrò. «So bene – aveva detto concludendo– che non si può essere d’accordo su tutto, ma voglio con­tinuare a credere che quest’assemblea licenzierà una legge di alto profilo ed ampiamente condivisa». Ha prospettato poi la possibilità di riscrivere «il no alla sospensione dell’idratazione ed alimentazione» con maggiore precisione, se necessario, ma ha puntualiz­zato: «Assolutamente salviamo il principio su cui es­so si basa». Ed a proposito della previsione di sospen­sione proposta dal Pd eccezionalmente, ha osserva­to: «Non esistono vite più eccezionali delle altre e non si può consentire ad una persona di scegliere di mo­rire di fame e di sete». Perché «è una barbarie vietata dal nostro codice penale». Calabrò non ha mancato di ricordare «che affermare che la vita non è qualcosa di cui disponiamo è un concetto essenzialmente laico». La relazione ha ricostruito anche il lavoro fatto in com- missione a ritmi serrati «ad un testo normativo diffi­cile, che ha richiesto un’attenzione certosina persino nell’apposizione di una virgola, di un avverbio, di un aggettivo per non dare adito ad interpretazioni diver­se, indipendenti dalle intenzioni del relatore».Lavo­ro che ha registrato «momenti di scontro e di colla­borazione ». «Ci batteremo con tutti gli strumenti non violenti e le­gali che conosciamo», ha assicurato Emma Bonino, nell’illustrare la pregiudiziale contro il ddl. L’esponente radicale si è chiesta, riferendosi al contenuto del ddl, «perché dare al medico questa responsabilità? A che titolo?». Per il democratico Stefano Ceccanti, che ha definito «incostituzionale» il provvedimento, «accan­to alla doverosa libertà di coscienza del medico» le in­dicazioni del paziente devono essere vincolanti per la struttura sanitaria. Gianpiero D’Alia, capogruppo dell’Udc, ha annun­ciato il 'no' alle pregiudiziali e alla sospensiva. «Il cor­po umano è vivo – ha detto – finché interagisce e as­sorbe. Non si può accettare l’impostazione secondo cui il sondino è un’invasione nel corpo del paziente. Un presupposto del genere fa emergere una 'cultura di morte'» contraria alla Costituzione, In apertura di seduta il presidente del Senato, Renato Schifani, aveva richiamato all’ordine chiedendo «un ambiente recettivo e silenzioso» per la relazione. Più tardi, in una fase della seduta, ha rimproverato all’au­la un «comportamento non consono». E dalla Camera, Paola Binetti, ha auspicato dal Sena­to un impegno «il più forte possibile» a schierarsi in modo «concreto dalla parte della vita, smascherando qualsiasi tentativo di complicità con quanti, per qual­siasi motivo e sotto qualsiasi giustificazione, tente­ranno un’offensiva a favore dell’eutanasia di Stato».
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