lunedì 20 giugno 2011
Il ministro Vito ha spiegato la decisione con l'alto numero di emendamenti: si voterà martedì. Alemanno e Meloni firmano la petizione contro i ministeri al Nord. E il Pd presenta un ordine del giorno alla Camera sulla questione.
- Tasse e Libia, il promemoria di Bossi da Pontida
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Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha posto la fiducia sul maxiemendamento al decreto sviluppo. Vito ha motivato il ricorso alla fiducia all'assemblea di Montecitorio con l'alto numero di emendamenti presentati e per la vicinanza della data di scadenza del decreto. Il voto di fiducia sul decreto sviluppo avverrà martedì alla Camera alle 12. Alle 10,30 avranno inizio le dichiarazioni di voto, al termine delle quali si volgeranno le votazioni per appello nominale sul maxi-emendamento al decreto presentato dal governo. Verranno poi discussi e votati gli ordini del giorno, che andranno presentati entro domani mattina alle 9,30. Alle 18,30 inizieranno le dichiarazioni di voto sul provvedimento nel suo complesso e seguirà il voto finale. La fiducia posta oggi alla Camera sul dl sviluppo, è la numero 44 per il governo Berlusconi IV in tre anni di vita. Il governo Berlusconi II, in carica dal 2001 al 2005, aveva posto 31 questioni di fiducia in poco meno di quattro anni.LE MODIFICHE AL DECRETOOtto norme soppresse, alcune delle quali volute dalla Lega e un paio concordate con le opposizioni, alcune correzioni formali e alcune cosiddette "clausole di salvaguardia": sono queste le 14 modifiche introdotte dal maxi-emendamento del governo alla versione del decreto sviluppo licenziata dalle commissioni Finanze e Bilancio della Camera, che ha suscitato malumori proprio nella maggioranza. Tra le misure cancellate figura quella concordata con il Pd, e proposta da Sergio D'Antoni, che prevedeva l'utilizzo dei Fondi Fas per concedere un maggior numero di crediti di imposta al Sud per le assunzioni. Per quanto riguarda invece il credito di imposta per gli investimenti, questo concordato con l'Udc (emendamento Ciccanti), viene aggiunta una "clausola di salvaguardia" che specifica che i crediti saranno concessi neilimiti degli stanziamenti esistenti. Per quanto riguarda i distretti Turistici viene precisato che essi saranno decisi dalle Regioni di intesa con il ministero dell'Economia. Allo stesso articolo sono stati eliminati sei commi aggiuntivi cheriguardavano le modalità per avere la patente nautica. È stato poi soppresso l'obbligo per gli immobili privati di trascrivere eventuali vincoli di uso pubblico degli stessi immobili. Nell'articolo 7, riguardante le cosiddette "ganasce fiscali", cioè le riscossioni coattive, è stata eliminata una norma fortemente voluta dalla Lega. Altro emendamento voluto dalla Lega, ma sostenuto anche dal Pdl, eliminato dal maxi-emendamento, riguarda la 'vexata quaestiò delle graduatorie dei docenti precari della scuola. L'emendamento Goisis-Pagano modificava i titoli per accedere alle graduatorie. L'ultima norma su cui il governo ha fatto retromarcia con il maxi emendamento è la tassa a carico dei concessionari dei Treni ad alta velocità (Tav), per finanziare il servizio universale su rotaia. MINISTERI AL NORD: MOZIONE DEL PD, ACQUE AGITATE NEL PDLIntanto il Pd ha annunciato che presenterà un ordine del giorno, domani durante il dibattito sulla fiducia al dl sviluppo, sui ministeri al nord. "Porteremo la maggioranza ad esprimersi su questo con un voto", ha detto il capogruppo Dario Franceschini. La questione agita anche la maggioranza. "Siamo per il federalismo ed il decentramento, non per distruggere l'unità nazionale" ha detto il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, dopo aver firmato la petizione popolare contro lo spostamento dei ministeri nelle città del Nord. Anche il ministro della Gioventù Giorgia Meloni ha sottoscritto la petizione: "Roma capitale e la centralità dell'unità non possono e non devono essere oggetto del dibattito tra il Pdl e la Lega - ha spiegato - L'Italia si aspetta da noi delle risposte a livello di governo della nazione. E francamente credo che lo spostamento dei ministeri sia un tema che interessa poco anche i cittadini del Nord". Il ministro della Difesa Ignazio La Russa butta acqua sul fuoco: "Si bagnano prima che piova... Magari non accadrà mai".MONS. BREGANTINI: IL SUD SI SENTIRA' ANCORA PIU' PRIVATO"Sul tema dei ministeri a Nord, la Lega paradossalmente ripete gli errori che rimprovera a Roma". Loafferma ai microfoni della Radio Vaticana monsignor Giancarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso e presidente della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro. Secondo Bregantini, trasferire i ministeri al Nord sarebbe "un gesto di grandissimo disprezzo del Sud. A meno che non ci siano ministeri portati a Palermo per la stessa logica". Così invece "il Sud si sentirà ancora più privato". "Io mi domando - dice - dalla Calabria o dalla Sicilia come vedranno il fatto di dover andare a Milano". Inoltre, "il Nord non ha bisogno di strutture amministrative per motivi di lavoro, ma di progettualità. Ha bisogno di quella parola magica che la Settimana sociale ha rilanciato: 'intraprenderè. Ci vuole coraggio. Oggi è un tempo di speranza, da rimettere in gioco, non un tempo di tecnicismo. Ciò che ci manca non è la capacità manuale ma la forza motivazionale".
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