mercoledì 26 giugno 2019
All'incontro su Giovani, lavoro e legalità anche gli interventi di monsignor Stefano Russo (Cei), Paolo Borrometi (Tv2000) e Annamaria Furlan (Cisl). Stasera dialogo tra Romano Prodi e Marco Tarquinio
La festa di Avvenire a Matera (foto Donatello Sansone)

La festa di Avvenire a Matera (foto Donatello Sansone)

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Prosegue a Matera la festa di “Avvenire”. Cinque giorni (dal 25 al 29 giugno) di incontri e dibattiti con ospiti di prestigio su temi di attualità. Ieri sera si è parlato di “Giovani, lavoro e legalità: le sfide del Mezzogiorno” con l’introduzione di monsignor Stefano Russo, segretario della Cei e gli interventi del giornalista di Tv2000 Paolo Borrometi, del procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho e della segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan.

«Il lavoro porta legalità benessere e solidarietà e voglia di guardare al futuro - ha spiegato Furlan - e il lavoro è il primo tema che va affrontato nel Paese, esattamente il contrario di quello che si è fatto negli ultimi anni dove ci si è dimenticati che l'Italia è una, unica». Bisogna, quindi, «partire dagli investimenti nelle infrastrutture materiali ed immateriali, nell'innovazione e in ricerca per dare un futuro ai nostri giovani«. E, riferendosi all'attualità, ha aggiunto: «Abbiamo paura a ricevere 40 profughi che sono ancora sulla nave aspettando di approdare nel nostro Paese e in compenso riusciamo ad essere indifferenti di fronte ai tanti giovani, soprattutto del sud, che devono andare in altri Paesi per crearsi il proprio futuro».

Paolo Borrometi, riferendosi invece alla sua esperienza e della sua terra, ha detto di aver difeso il sogno del collega e conterraneo Giovanni Spampinato. "Come tanti giornalisti - ha spiegato - ha mostrato la voglia di non arrendersi. La cosa più bella è quella di lottare per quel sogno, per informare i cittadini e per indicare da che parte stare".

De Raho si è soffermato sul ruolo della criminalità nel sistema economico. «La ’ndrangheta – ha detto – oggi è molto più pericolosa di ieri perché inquina l’economia e le ricchezze del nostro Paese riuscendo a costituire un sistema che impedisce di riconoscerla e questo fa sì che essa sia presente in tantissimi settori senza che ci si accorga della sua diffusione». Il magistrato ha aggiunto che «ogni volta sono necessarie indagini che si sviluppano per anni con intercettazioni ambientali, telematiche, la lettura di elementi che sembrano neutri ma non lo sono. Oggi la ’ndrangheta riesce a nascondersi dietro schermi costituiti da quella che chiamo la borghesia ’ndranghestista fatta di laureati, professionisti, soggetti disposti a creare interfacce che impediscono di risalire allo ’ndranghestista vero e proprio».

De Raho ha detto inoltre che sono circa 30 i miliardi annui di profitto che la mafia calabrese ottiene dal traffico di droga e che viene reinvestito in attività economiche, chiedendosi quindi «quale imprenditore sano potrebbe mai essere capace di competere con un soggetto che tira dal pozzo denaro senza costi aggiuntivi avvalendosi dell’intimidazione propria dell’organizzazione mafiosa che gli sta alle spalle? Se lo Stato non interviene lo ’ndranghetista diventa un soggetto economico senza concorrenti». «La politica – ha concluso – è il primo soggetto che dovrebbe fungere da barriera rispetto alle mafie e dovrebbe fare selezione prima di accettare il sostegno elettorale capendo da quale parte viene e accettando solo quello che arriva dalla parte sana escludendo quello della parte malata. Sarebbe una prima sconfitta delle mafie».

Per questa sera, il programma della Festa prevede un dibattito su “Il futuro d’Europa tra America e Asia”: sarà introdotto dal vescovo di Tursi-Lagonegro, Vincenzo Orofino. L’ex presidente del Consiglio Romano Prodi dialogherà con il direttore di “Avvenire”, Marco Tarquinio. Diretta Facebook dalle 19.

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