venerdì 28 luglio 2017
In Val di Fassa la camminata nei boschi per la seconda festa estiva quotidiano e del settimanale «Vita Trentina», fino al santuario di Santa Giuliana che ricorda i 5 secoli dell'altare ligneo
Un momento della camminata verso il santuario di Santa Giuliana in Val di Fassa (Boato)

Un momento della camminata verso il santuario di Santa Giuliana in Val di Fassa (Boato)

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«Bemvegnui!» È arrivato nella lingua ladina della minoranza etnica della val di Fassa il benvenuto ai cento partecipanti alla camminata nel boschi che ha caratterizzato ieri la seconda festa estiva di Avvenire e del settimanale diocesano Vita Trentina.

Sotto le croce del Catinaccio, al cospetto delle ascensioni più classiche dell’alpinismo dolomitico, il cammino nella contemplazione e nell’amicizia ha unito collaboratori, promotori e lettori delle due testate cattoliche. «Il Dio cristiano è il Dio del sentiero stretto e non dell’autostrada – ha commentato l’arcivescovo di Trento, Lauro Tisi –. Nell’incarnazione si presenta come un Dio di periferia, che lascia camminare noi, non cammina al nostro posto. Cammina perché noi sappiamo camminare e sappiamo fare anche opere grandi». Un Dio che si presenta «in punta di piedi, che come le buone madri insegna a camminare e non cammina al posto nostro», ha concluso da lettore fedele «in tempi non sospetti» rallegrandosi per il ruolo sempre più autorevole di Avvenire nell’informazione nazionale.

«Si prova un senso di sollievo – ha sottolineato il direttore Marco Tarquinio, per un giorno con gli scarponi ai piedi – a trovarsi in mezzo ai nostri collaboratori, incontrando il popolo dei nostri lettori. Queste feste estive che si sono moltiplicate – saranno ben nove quest’anno – nascono sempre dal basso, dal desiderio e dalla vivacità delle comunità locali, che noi siamo felici di incontrare e che ringraziamo».

La meta dell’escursione è stato il santuario di Santa Giuliana che quest’anno ricorda i 500 anni della realizzazione dello splendido altare ligneo, presentato dallo studioso locale Cesare Bernard. Nell’Eucaristia, concelebrata dal parroco don Andrea Malfatti, monsignor Tisi ha parlato della realtà della famiglia, invitando ad approfondire nel periodo estivo la lettura di "Amoris Laetitia".

La sera prima l’esortazione apostolica era stata raccontata dalla testimonianza dei coniugi trentini Lucia e Marco Matassoni, uditori al Sinodo, dal caporedattore di Avvenire, Luciano Moia, che la considera «una grande rivoluzione nella Chiesa italiana», anche per le numerose realtà diocesane che – come ha testimoniato anche don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio Cei per la famiglia – hanno dato vita a sorprendenti percorsi di approfondimento e di inclusione.

La festa si è conclusa con le parole toccanti di Lucia Borzaga, sorella del missionario martire padre Mario Borzaga, beatificato nello scorso dicembre: «Vedo quanto la sua figura oggi continua a produrre frutti di fede e di testimonianza evangelica anche nel Laos, la terra dove è stato sepolto come un chicco di grano».

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