giovedì 30 aprile 2009
Il via libera definitivo con 154 sì, 6 contrari e 87 astenuti. C'è dialogo con l'opposizione, il Pd: accolti i nostri ordini del giorno. E i leghisti acclamano Bossi.
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    Con 154 voti favorevoli, 6 contrari e 87 astenuti il Senato dà il via libera al disegno di legge sul federalismo fiscale. Appena il presidente del Senato, Renato Schifani, legge i risultati della votazione e pronuncia la formula di rito: «Il Senato approva», gli esponenti della Lega si alzano in piedi tutti insieme e sventolano i fazzolettoni verdi con il simbolo del Carroccio, manifestando la loro gioia per il varo della riforma-simbolo tanto sospirata. Tra i banchi del Governo ci sono abbracci e strette di mano verso il leader del Carroccio Umberto Bossi e gli altri ministri leghisti. Strette di mano anche con il titolare dell’Economia Giulio Tremonti e gli altri colleghi della maggioranza: Matteoli, Sacconi, Fitto, Vito, arrivati durante le dichiarazioni di voto. I senatori leghisti, tutti in cravatta o foulard verde, poco prima si erano levati in piedi applaudendo a lungo Bossi, quando il capogruppo Federico Bricolo, concludendo la dichiarazione di voto, aveva ringraziato il Senatur definendolo «mente e regista» del ddl federalista.Ma un altro dato politico della giornata è il nuovo segnale di dialogo tra maggioranza e opposizione. L’assemblea del Senato accoglie infatti i 4 ordini del giorno presentati dal Pd al ddl sul federalismo fiscale: odg ritenuti dall’opposizione di grandissima importanza e qualificanti, anche se sono stati riformulati. «Siamo molto soddisfatti» dice il relatore di minoranza Walter Vitali, perché «contengono una serie di impegni per noi importanti e su cui vigileremo attentamente». Gli odg approvati riguardano la Carte delle autonomie, il Patto di stabilità interno degli enti locali» (prevista «una verifica entro il 30 giugno sull’andamento complessivo sui saldi di finanza pubblica ai fini di un aggiornamento delle norme sul patto di stabilità interno per le spese di investimento dei comuni virtuosi»), riforme istituzionali (impegna il governo «a ricercare in Parlamento l’intesa con i gruppi di opposizione sui temi delle riforme istituzionali»), impatto sui conti pubblici con l’impegno il Governo a presentare alle Camere «non appena disponibile e comunque prima della presentazione del primo decreto attuativo», una simulazione sull’impatto delle riforma sui conti pubblici. Approvato un altro odg del Pd sulle Comunità montane.
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