martedì 27 giugno 2017
Scontro in Commissione di vigilanza. Diaconale: «Costretti a firmare il suo contratto». La Maggioni: «Senza di lui l'azienda non avrebbe retto». E Freccero difende gli artisti: «Sono audience».
Ancora polemiche per il rinnovo a Fazio. Brunetta: «Decisione contra legem»
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E' bufera in Commissione di vigilanza Rai, agitata dagli scontri sul rinnovo del contratto a Fabio Fazio. A scatenare le reazioni più pesanti, l'ammissione del consigliere Arturo Diaconale (Pd): «Siamo stati costretti a sottoscrivere il contratto. Ci è stato detto che se non avessimo chiuso l'accordo quella mattina, Fazio avrebbe firmato con una azienda concerrente. Non siamo stati costretti con una pistola puntata alla fronte, ma dal codice civile. Se non lo avessimo firmato avremmo potuto rispendere per un danno all'azienda».

Affermazioni che indignano il capogruppo di Fi alla Camera Renato Brunetta, autore di un'interrogazione parlamentare sul caso: «Il contratto in questione - ha spiegato - ha conosciuto un vertiginoso aumento rispetto al precedente, ed è da considerarsi contra legem poiché il Cda Rai ha palesemente violato quanto previsto dall'articolo 9 della legge 26 ottobre 2016, n. 198 sul limite retributivo di 240mila euro annui da applicare ai contratti di collaborazione e di natura artistica».

A difendere la decisione del Consiglio è la presidente Monica Maggioni: «Fabio Fazio fa parte della storia della Rai. Vedere transitare quel marchio, quel volto, quel format su un'altra emittente avrebbe comportato uno scossone al quale non so se la Rai avrebbe retto in termini di sistema. Questo consiglio non avrebbe potuto caricarsi l'onere di dire che Fazio sarebbe andato alla concorrenza. Ma quale concorrente ti fa vedere il contratto preliminare? Sono certa che il contratto non lo vedremo mai».

Concorde sulla scelta del contratto anche Carlo Freccero: «Le star che lavorano in Rai non sono dipendenti del servizio pubblico ma sono la merce stessa che viene proposta al pubblico, sono l'audience che non è separabile dall'artista che ne rappresenta il testimonial. Per catturare audience non basta lo standard ma c'è bisogno dell'esclusiva, del personaggio del momento».

C'è poi la polemica per la chiusura dell'Arena di Massimo Giletti che sarà sostituita dal classico programma domenicale affidato a Cristina Parodi. Sono diversi i parlamentari scontenti di questa decisione. L'azzurra Gabriella Giammanco chiede con forza una discussione sull'argomento: «Mi auguro che oggi la Commissione di Vigilanza della Rai ponga in modo deciso la questione Giletti. È incomprensibile chiudere un programma storico e di indiscusso successo alla luce del pluralismo dell'informazione tanto
sbandierato da certa sinistra».

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