sabato 31 maggio 2014
​Morando dice no: il decreto deve restare com'è.  Ma Ncd insiste. Il testo atteso in Aula per martedì.
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​Per noi il testo deve rimanere così com’è...». È il vice ministro dell’Economia, Enrico Morando, a sintetizzare l’intenzione del governo Renzi di non accogliere per ora la richiesta, caldeggiata soprattutto dal Nuovo Centrodestra, di allargare il bonus Irpef di 80 euro anche alle famiglie monoreddito con almeno 3 figli e di rendere più incisivo il taglio del 10% dell’Irap. Sulla questione c’è tuttavia ancora «un’interlocuzione in corso» e comunque Morando apre uno spiraglio per il futuro, aggiungendo che nuove riduzioni fiscali ci potranno essere «nella Legge di Stabilità». Così, il braccio di ferro fra Pd e Ncd non si ferma («Insisteremo»), col relatore del testo, Antonio D’Alì, che fa notare: «La misura costerebbe poco», circa 80-90 milioni di euro. C’è in ogni caso ancora un week end per trovare una mediazione. Il calendario prevede infatti di chiudere il decreto Irpef nelle commissioni Bilancio e Finanze di Palazzo Madama al più tardi entro le 15 di martedì, prima che il testo vada in aula. I tempi stretti potrebbero indurre il governo a ricorrere alla questione di fiducia per velocizzare. Ma Morando resta prudente: «Vedremo. Dipenderà anche dall’atteggiamento dell’opposizione e dal numero di emendamenti. Ma per ora non dico niente...». Peraltro, il testo del decreto sull’Irpef potrebbe ampliarsi: è infatti annunciato un decreto in Cdm per spostare il pagamento della prima rata Tasi da giugno ad ottobre per i Comuni che ancora non hanno deliberato l’aliquota. Il testo, una volta entrato in vigore (prima del pagamento, previsto il 16 giugno), potrebbe poi confluire, attraverso un emendamento, nel Dl Irpef per una rapida conversione in legge. Palazzo Chigi non pare preoccupato neppure dalle osservazioni di Bankitalia circa la difficoltà di reperire i fondi a copertura delle misure previste. Lo afferma il sottosegretario Graziano Delrio, secondo il quale i tagli alla spesa pubblica consentiranno al governo di deve raccogliere 14,3 miliardi di euro per rispettare gli obiettivi di deficit e per rendere strutturale il taglio dell’Irpef dal 2015.Dall’opposizione però piovono critiche: «In commissione al Senato ogni emendamento del Pd al Dl Irpef è una nuova tassa, come sui fondi pensione complementari. A sinistra c’è un atteggiamento compulsivo: quando vedono un’imposta non riescono a fare a meno di aumentarla», protesta Andrea Mandelli (Forza Italia), membro della commissione Bilancio del Senato. Nel frattempo Assofondipensione (associazione di rappresentanza di 34 fondi negoziali, istituita fra gli altri da Confindustria, Confcommercio, Cgil, Cisl, Uil e Ugl) esprime «grande preoccupazione in merito alle ultime proposte di elevare la tassazione sui rendimenti delle forme pensionistiche complementari dall’11% all’11,50». Si tratterebbe, si legge in una nota, «di una penalizzazione fiscale del risparmio previdenziale che va in senso opposto alle intenzioni annunciate dal governo di voler sostenere il secondo pilastro».Buone notizie infine dal fronte fiscale: Equitalia rende noto che la sanatoria delle cartelle proseguirà fino al 3 giugno, perchè la scadenza del 31 maggio cade di sabato, ma comunica inoltre che con la sanatoria, che però ha sospeso le procedure esecutive di riscossione, sono stati incassati 600 milioni di euro.
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