venerdì 18 febbraio 2011
Secondo il testo anche le «famiglie unipersonali di donne» potrebbero accedere alle risorse previste. Comprese anche le mamme sole con i figli. Ma si tace sui padri.
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Lunedì prossimo, a Perugia, davanti alla sede del Consiglio regionale dell’Umbria ci saranno famiglie intere, «genitori, bambini e anche nonni». Saranno lì, con il Forum delle Famiglie dell’Umbria, per esprimere ai consiglieri che si recheranno in aula per la seduta consiliare in programma «tutto il nostro disagio per una norma che mira a disarticolare il concetto stesso di famiglia trasformandola da comunità di persone a single». Il bersaglio della protesta del Forum è il regolamento attuativo della legge regionale sulla famiglia approvata un anno fa nell’ultima seduta del Consiglio regionale prima delle elezioni. Sarà una protesta nel segno della festa, con pizza e palloncini per i bambini, «occasione - si legge nel comunicato del Forum - per mostrare alla politica la bellezza del nostro fare famiglia, dei nostri figli e anche dei nostri anziani».Tutte politiche, però, le richieste indirizzate in particolare alla vicepresidente della Giunta regionale dell’Umbria Carla Casciarri, con delega alle politiche familiari, che ha redatto il regolamento. «Non una delle proposte avanzate da noi è stata accolta», ha affermato il presidente del Forum delle famiglie dell’Umbria Simone Pillon che, oltre a definire «inaccettabili» alcuni punti del regolamento che «stravolgono alla radice la definizione di famiglia», ne contesta anche l’impostazione «assistenzialistica». Al Forum e all’associazione Famiglie numerose che aderisce alla protesta non va proprio giù il fatto che tra i soggetti ammessi all’intervento siano comprese «famiglie unipersonali di donne» accanto a «madre con figli minori; famiglia monogenitoriale; famiglie con i figli minori; famiglie numerose con quattro componenti e oltre». Già escludere dai benefici un padre con figli minori potrebbe essere discriminante, ma addirittura ricomprendere nella definizione di famiglia quella «unipersonale di donne» è «inaccettabile» poiché, commenta il Forum, «per famiglia si intende una comunità di persone unite dal vincolo del coniugio o almeno della parentela» e si chiede «come può la Regione Umbria definire famiglia una donna che vive da sola» e quindi consentirle di «accedere alle risorse stanziate in favore delle famiglie».Se questa è la punta dell’iceberg il Forum muove una critica "di fondo" al regolamento. «Anziché prevedere il consueto intervento a pioggia che non risolve nulla e ripropone le solite stantie politiche assistenziali – spiega Pillon – avevamo chiesto alla Giunta un colpo d’ala che utilizzasse quei denari ormai stanziati per fare le prime riforme strutturali in favore della famiglia». Il Forum chiedeva che per la valutazione della fascia di reddito si abbandonasse l’indicatore della situazione economica equivalente (Isee) per introdurre il «fattore famiglia, una modalità nuova di calcolare i costi dei servizi, le imposte locali e l’accesso ai servizi tenendo conto finalmente dei carichi familiari». «Nulla di questo è stato fatto, anzi – commenta Pillon – sono state escluse dagli interventi le famiglie con Isee inferiore a 7.500 Euro, e cioè proprio le più bisognose di tali sostegni».Il Forum, inoltre, non condivide la scelta di limitare gli aiuti alla sola «contribuzione diretta alle famiglie», peraltro assegnata attraverso «modalità burocratiche e assistenziali che si volevano superate» che fanno perno sui servizi sociali. Il regolamento, infatti, non prevede «convenzioni permanenti con i soggetti produttori e distributori», che pure sono contemplate nella Legge regionale sulla famiglia. Per questo chiedeva anche di «riservare una parte dei fondi alla stipula di convenzioni permanenti con tali soggetti e a beneficio di determinate categorie di famiglie, con speciale attenzione a quelle numerose come richiesto dalla norma stessa».
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