venerdì 17 febbraio 2012
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GAIA«Incontro fondamentale. Voglio dare il massimo» Gaia, 22 anni, studia Scienze dell’organizzazione e ha deciso di partecipare come volontaria nel periodo lungo: «Da dicembre sto lavorando due giorni alla settimana all’ufficio dei volontari, anche se per ora stiamo ancora cercando altre persone che spero troveremo presto. Nell’ufficio lavoriamo alla registrazione di chi fa domanda, controlliamo, mettiamo in ordine le richieste e ipotizziamo già una possibile suddivisione nei vari ruoli in base alle competenze e alle preferenze espresse. È vero – spiega Gaia – ho fatto un investimento di tempo rilevante scegliendo il periodo lungo, ma ho deciso di accettare perché un evento così grande a Milano, a cui partecipare dall’interno, non capita molto spesso. Anche alla Giornata mondiale della gioventù non puoi lavorare a questi livelli. Da dicembre ho giornate molto frenetiche ma non ho rinunciato agli altri impegni, ho solo cercato di organizzarmi meglio per riuscire a conciliare tutto. E ne sono molto contenta».


 

BOBO

«Determinata a esserci Sacrificherò le ferie»Riuscire a conciliare la partecipazione come volontaria all’Imf conciliando questo impegno con quelli familiari e lavorativi. È per questo che Bobo, 45 anni, mamma e assistente nella segreteria di una società di consulenza, ha deciso di partecipare a una delle serate informative: «Finora ho preso alcune informazioni dal sito e nella mia parrocchia, dove tutte le domeniche ci sono alcuni volontari a disposizione per raccogliere le iscrizioni. Sono abbastanza convinta di volerlo fare ma non mi sono ancora iscritta perché ho un po’ di problemi in ufficio. Pensavo di prendere qualche giorno di ferie, perché mi sarebbe piaciuto dare una disponibilità più ampia, per i 10 giorni prima dell’evento, ma non è possibile quindi mi iscriverò come volontaria solo nei giorni dell’evento. Sacrificherò quattro giorni di ferie perché credo sia un’opportunità unica, visto che è la prima volta che la diocesi di Milano ospita un evento mondiale di questo tipo. È un’occasione per conoscere persone e fare qualcosa per gli altri».


LAURA«Vale la pena investire nell’aiuto al prossimo»«Nel nostro collegio Maria Immacolata siamo le responsabili del gruppo che promuove le attività di volontariato, quindi ci siamo decise noi per prime e poi abbiamo convinto anche altre nostre cinque amiche a iscriversi». Marisa e Laura provengono dagli antipodi dell’Italia, la prima trapanese e la seconda trevigiana. Entrambe studentesse, si sono conosciute a Milano, in collegio. «Ho scelto di iscrivermi come volontaria – racconta Marisa, 22 anni –  perché non è la mia prima esperienza; nella mia parrocchia in Sicilia ho già fatto la volontaria per un evento simile nella diocesi ed è stata un’esperienza molto positiva. Sono a Milano da tre anni e la suora che dirige il nostro collegio ci ha incoraggiate a partecipare». Laura, 23 anni, ha deciso di iscriversi per il periodo medio, con una disponibilità di un mese: «Non mi fa paura prendermi un impegno così lungo, credo che valga la pena investire in queste cose, in fondo basta organizzarsi meglio per poter donare il proprio tempo agli altri».


FRANCESCA«Generosità alla prova. Mi servirà per crescere»«Io sono di Napoli, ma in questi anni universitari la mia città è Milano, e l’idea che qui ci saranno centinaia di migliaia di persone da tutto il mondo mi spinge a dare una mano in prima persona per accoglierle e per rendere la città ancora più ospitale e organizzata». Francesca ha 23 anni e studia ingegneria biomedica al Politecnico: «Anche se a causa dello studio non ho molta disponibilità di tempo mi sono già iscritta per il periodo dell’evento, perché non voglio perdere l’occasione di partecipare mettendomi a disposizione degli altri. Un po’ mi spaventa la fatica e le possibili difficoltà, ma penso alla bellezza dell’evento e questo mi incoraggia a provarci. Non ho mai fatto la volontaria per eventi così grandi, anche se ho lavorato come volontaria con bambini e anziani. Da questa esperienza mi aspetto di ampliare i miei orizzonti conoscendo tante persone da tutto il mondo, di condividere un momento importante con le amiche e di crescere nella capacità di gratuità e di spirito di servizio».


STEFANO«Insieme a papà imparo a condividere»Padre e figlio volontari insieme. Stefano, appena vent’anni, non si è ancora iscritto come volontario ma è più che sicuro che lo farà presto: «Si tratta di un’esperienza nuova, non ho mai fatto volontariato e non ci avevo mai pensato prima. Mi sono deciso perché mio padre ha deciso di iscriversi e ha proposto anche a me di condividere questa esperienza come volontario in modo da poter lavorare fianco a fianco, di unire i nostri sforzi. Ma questo è stato solo lo spunto, le motivazioni che mi hanno spinto sono anche altre, ad esempio il fatto che fare il volontario può essere, oltre che un aiuto per gli altri, anche arricchente per me. Mi piace l’idea di mettermi a disposizione degli altri e accogliere chi arriverà nella nostra città, ma anche il fatto di poter imparare dagli altri volontari, di capire come funziona un’organizzazione così complessa. E sono sicuro che papà sarà sempre al mio fianco per consigliarmi».
EDOARDO«Mi piace questa sfida e coinvolgo gli amici»Edoardo, 20 anni, è studente al secondo anno di Economia all’università Cattolica. Ha partecipato alla Giornata mondiale della gioventù di Madrid ed è rimasto colpito dai volontari. «Osservare il lavoro dei volontari alla Gmg, che malgrado il caldo e i problemi organizzativi erano sempre a disposizione di noi ragazzi, mi ha fatto venire voglia di fare anche io in prima persona qualcosa in più per gli altri e per la comunità. Per questo motivo ho deciso di iscrivermi come volontario per l’Incontro mondiale delle famiglie. Poi ho pensato che avrei potuto coinvolgere anche altra gente e così sono diventato il referente di un gruppo di otto persone del mio paese, Vignate. Adesso stiamo cercando di convincere altri amici ad unirsi a noi e sono certo che alla fine riusciremo a costituire un gruppo abbastanza numeroso. Da questa esperienza mi aspetto di avere delle risposte anche dal punto di vista vocazionale e prendo questa occasione come una sfida nell’ottica di farlo per Gesù».  

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