lunedì 7 agosto 2023
La Comunità fondata da don Benzi rilancia l'allarme di Rete pace e disarmo: rischiamo di aumentare le esportazioni in aree di conflitto, piuttosto concretizziamo l'articolo 11 sul ripudio della guerra
La Marcia della Pace Perugia-Assisi

La Marcia della Pace Perugia-Assisi - Liverani

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Il Governo non riformi la legge 185 sulle armi ma istituisca un Ministero della Pace. La Comunità papa Giovanni XXIII rilancia l'allarme sollevato dalle associazioni aderenti alla Rete italiana pace e disarmo. «Esprimiamo preoccupazione per la proposta di riforma della legge 185 sull'esportazione di armi», dichiara Matteo Fadda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII. «Temiamo che lo schema di legge approvato dal Governo all'inizio di agosto - afferma - possa indebolire il principio di trasparenza e controllo sull'esportazione di armamenti verso paesi in guerra o con gravi violazioni dei diritti umani. Suggeriamo che in un'eventuale riforma della legge siano inseriti i criteri stringenti dell'ATT, il Trattato Onu sul commercio delle armi ratificato dall’Italia dieci anni fa, e quelli della Posizione comune del Consiglio dell'Unione Europea del 2008».

Matteo Fadda afferma di «condividere le osservazioni già espresse dalla Rete Pace e disarmo, in merito all'approvazione in Consiglio dei ministri di un disegno di legge che modifica la legge del 9 luglio del 1990 sul controllo dell'esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento». «La legge approvata nel '90 fu il frutto della società civile amante della pace - continua Fadda - e rappresentò un'eccellenza per il suo sistema di controllo avanzato, ispirando la normativa internazionale in materia. Non dobbiamo tradire il suo obiettivo. Affinché siano realizzate politiche coerenti con l'art. 11 della nostra Costituzione rinnoviamo la proposta che sia istituito un Ministero della Pace».

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