venerdì 23 maggio 2014
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Un’arca di Noè che salva la flora e la fauna: si presenta così il padiglione dell’Ungheria progettato per Expo 2015. Duemila metri quadrati di spazio per 4,7 miliardi di fiorini ungheresi investiti (circa 15 milioni di euro) nella realizzazione dell'evento. Partendo dal tema della partecipazione - "Dalla fonte più pura" - l'Ungheria dimostrerà l'importanza della salubrità del cibo, di uno stile di vita sano e della necessità di garantire la sicurezza alimentare e la biodiversità per le future generazioni. Il padiglione, che occupa un lotto di 1.910 mq, si svilupperà su tre piani. Le forme e i materiali utilizzati richiamano le linee principali dell'architettura ungherese: il granaio, i silos rurali e le stalle. La parte centrale della struttura si ispira all'Arca di Noè, simbolo di salvezza degli esseri viventi, mentre le due estremità laterali ricordano i tamburi sciamanici, che riportano a radici antiche evidenziando il rapporto mistico con la natura, e che sono solcati dall'antico simbolo dell'albero della vita nel quel scorre l'acqua dolce naturale ungherese dalle celebri proprietà termali. L'ultimo piano della costruzione ospiterà un giardino a cielo aperto; nell'area verde esterna saranno coltivate 33 tipologie di frutta, verdura ed erbe mediche. La maggior parte del materiale utilizzato per la costruzione è rinnovabile (legno, legno lamellare, cellulosa) e l'intero edificio sarà smontabile, ricostruibile e riutilizzabile. "Il padiglione ungherese - ha precisato il console generale István Manno - non diventerà un rifiuto ma sarà ricostruito interamente a Szombathely, nella caserma degli Ussari, come centro di ricerca permanente".
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