mercoledì 17 dicembre 2014
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“Expo non porterà crescita perché gli abbiamo levato l’anima”. Dopo aver lanciato l’appello a ottobre, Carlo Petrini alza nuovamente il tiro. E lo fa con tutta la sua forza e la sua determinazione al Forum organizzato da Avvenire sul tema di Expo, “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. “Sono andato a Parigi quando con la Moratti e Prodi abbiamo presentato la candidatura per Milano. In quell’occasione mi ricordo che avevamo fatto un gran bel lavoro sul tema – spiega Petrini – poi però lo abbiamo messo nel cassetto”. A poco meno di 5 mesi all’inaugurazione dell’esposizione universale di Milano, la preoccupazione maggiore per il fondatore di Slowfood e Terra Madre è ”l’assenza della politica”. “L’Expo non può limitarsi all’aspetto ludico e planetario, non deve essere solo padiglioni e turismo – aggiunge – ma è necessario organizzare una grande agorà. Le tematiche non sono governate, non si capisce chi fa che cosa, manca chi coordina e non possiamo chiedere al commissario unico Giuseppe Sala di occuparsi anche di questo”.    La corsa contro il tempo per arrivare puntuali al 1° maggio del 2015 ha distolto l’attenzione e l’attesa sull’anima dell’esposizione universale: il suo tema che è anche la sua sfida. Quella di creare una cooperazione universale per contrastare la fame nel mondo, la malnutrizione e allo stesso tempo rispettare le culture alimentari dei popoli. Ma le vicende giudiziarie, i ritardi e le querelle politiche hanno preso il sopravvento. All’Expo saranno presenti 147 Paesi, il 95% della popolazione mondiale sarà rappresentata attraverso i padiglioni e i cluster tematici (che raggruppano cioè i paesi partecipanti che non possono permettersi un padiglione organizzati per identità e filiere alimentari): un’occasione importante a rischio flop. “Sul tema manca la politica – ripete Petrini - e dobbiamo continuare a dirlo e gridarlo”.
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