martedì 4 luglio 2023
Riparte Arcipelago educativo, progetto di Save the children e Fondazione Agnelli, rivolto a 540 alunni tra i 9 e i 14 anni di otto città
Estate a scuola per ripartire di slancio
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La lotta alla dispersione scolastica non si ferma neanche in estate. È ripartito in questi giorni il progetto Arcipelago educativo, iniziativa di Save the children e Fondazione Agnelli, giunta alla quarta edizione, che coinvolge 540 bambini e adolescenti tra i 9 e i 14 anni, che frequentano 38 scuole di 17 Istituti comprensivi in otto città: Torino, Milan, Venezia-Marghera, Aprilia, Brindisi, Napoli, Rosarno e Palermo. Contesti difficili dove tanti bambini passeranno anche l'estate 2023 senza poter fare una vacanza. Così, la scuola rimane l'unico spazio sociale in grado di offrire attività che tengano insieme l'ambito più strettamente legato agli apprendimenti, con esperienze ludiche sul territorio. A partecipare al progetto sono alunni della scuola primaria (38%) e delle medie (62%), di cui quasi la metà (43%) appartenenti a famiglie immigrate.

L'attività di Arcipdelago educativo prevede un programma di 100 ore di intervento in presenza, con attività in piccoli gruppi sia all'interno delle scuole, che nei dintorni, valorizzando il territorio come contesto rilevante per l'apprendimento. Le attività del 2022 sono state sottoposte ad una valutazione di impatto indipendente, svolta da Irvapp, secondo cui gli interventi effettuati con i ragazzi hanno prodotto progressi in matematica pari a 2 mesi di scuola e in italiano equivalenti a 3 mesi e mezzo di lezioni. «Tutto ciò ci incoraggia a proseguire, ci dà indicazioni per migliorare ulteriormente la proposta, come pure lo stimolo a fare conoscere e a diffondere sempre di più le ragioni e il modello di intervento», sottolinea il direttore della Fondazione Agnelli, Andrea Gavosto. Mentre la direttrice dei Programmi Italia Europa di Save the children, Raffaela Milano, ricorda che «esperienze di questo tipo andrebbero diffuse su tutto il territorio nazionale, a partire dalle zone più periferiche e difficili, per fare delle scuole un presidio educativo aperto tutto l'anno».

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