martedì 17 febbraio 2009
Il procuratore di Udine ordina il prelievo della documentazione nelle 5 strutture sanitarie della Lombardia dove la donna è stata ricoverata nell'arco dei 17 anni. Il comandante: «Il caso resterà aperto ancora a lungo».
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«Il caso non è affatto chiuso. Anzi, rimarrà aperto ancora per lungo tempo». Parola di Fabio Pasquariello, comandante del reparto operativo dei carabinieri di Udine. Sono stati i suoi uomini, precisamente quelli del Nucleo investigativo, a frugare negli archivi di ben cinque ospedali della Lombardia per recuperare tutte le cartelle cliniche di Eluana Englaro. «Lo abbiamo fatto su disposizione degli anatomopatologi Moreschi e Rodriguez», precisa. Eluana, secondo i medici, avrebbe dovuto morire a partire dal decimo giorno dopo la sospensione dell’idratazione e dell’alimentazione. La donna, in stato vegetativo da 17 anni, è morta - alla casa di riposo "la Quiete" di Udine - soltanto dopo 4 giorni. Il motivo di questa accelerazione? È forse un deficit respiratorio di cui Eluana potrebbe aver sofferto in passato, la sofferenza a carico di un polmone? Sofferenza conosciuta o no a quanti hanno provveduto all’applicazione del protocollo che ha portato Eluana alla morte? Moreschi e Rodriguez vogliono vederci chiaro e per questo hanno chiesto la disponibilità delle cartelle cliniche di Eluana, a partire dai ricoveri successivi all’incidente del 1992. I carabinieri si sono recati agli ospedali di Bergamo e di Sondrio, al Niguarda di Milano, all’ospedale Civile e alla clinica Talamoni di Lecco. A Milano e Bergamo Eluana era stata ricoverata a intermittenza, per approfondimenti clinici, interrompendo per brevi periodi la sua permanenza dalle suore Misericondine.L’acquisizione «è una prassi comune, in casi complessi come questi», specifica Pasquariello, aggiungendo che «al momento non ci sono novità». Novità che invece potrebbero arrivare non fra due mesi, bensì fra una ventina di giorni, con il primo esito sui prelievi di tessuto e di organi effettuati sul corpo della povera Eluana (171 centimetri di altezza e circa 53 chilogrammi di peso) per gli esami tossicologici ed istologici. La vicenda giudiziaria, tuttavia, ha un doppio canale di indagini. Anzi, triplo. Da una parte le eventuali conseguenze dell’esame autoptico, dall’altra l’esame degli esposti, delle segnalazioni, delle denunce e di eventuali querele, presso la procura di Udine, e il terzo filone presso la procura di Milano dove è stata inviata da Udine la dichiarazione testimoniale di Crisafulli sulla presunta volontà di Eluana. Sono oltre un centinaio i testi al vaglio del procuratore Antonio Biancardi e dei suoi collaboratori. «Posso assicurare che sarà esaminato esposto per esposto, con la massima cura. Chiameremo chi l’ha presentato e verificheremo ogni aspetto di quanto sta scritto, con particolare riguardo agli approfondimenti scientifici», garantisce Pasquariello. Verranno presi in considerazione tutti i documenti? «Sicuramente sì. Saranno approfonditi tutti, anche perché si dovrà decidere se ci sono i presupposti per procedere o no». In Procura, dunque, si preannuncia un lavoro certosino, che si svilupperà per alcuni mesi e dal quale potrebbero scaturire importanti novità. Se ne dice sicuro il "Coordinamento per Eluana e per tutti noi", che pure ha presentato alcuni esposti, prima della morte di Eluana e immediatamente dopo.
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