lunedì 9 settembre 2019
Mercoledì l'autopsia della 28enne. Massimo Sebastiani ha nascosto il corpo e poi è fuggito nei boschi. La giovane non gradiva le attenzioni dell'uomo e voleva allontanarsi da lui
Massimo Sebastiani e la sua vittima, Elisa Pomarelli, in una recente foto. ANSA/GIAMPIETRO BISAGLIA

Massimo Sebastiani e la sua vittima, Elisa Pomarelli, in una recente foto. ANSA/GIAMPIETRO BISAGLIA

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Sarà l'autopsia, fissata per mercoledì, a fornire le ultime conferme sulla morte di Elisa Pomarelli la 28enne uccisa dall'amico Massimo Sebastiani, l'operaio tornitore di 45 anni arrestato sabato scorso dopo due settimane di fuga nei boschi del Piacentino. L'esame medico avverrà a Pavia. Secondo una prima ipotesi investigativa la ragazza sarebbe stata strangolata durante uno scatto di ira.

Il 45enne ha confessato l'omicidio e l'udienza di convalida del fermo dovrebbe esserci tra domani e mercoledì. La giovane, è emerso nel corso delle indagini, voleva solo un'amicizia non ricambiando l'interesse dell'operaio. Forse per questo non voleva più vederlo, una circostanza che potrebbe aver provocato la violenta reazione dell'uomo.

Il corpo sepolto di Elisa era stato trovato dai carabinieri, sabato pomeriggio, sepolto in una buca in una zona impervia in località Costa di Sariano di Gropparello, nel Piacentino. Non si esclude che sia stata uccisa dopo il pranzo in una trattoria sui colli piacentini dove la coppia, lo scorso 25 agosto, era stata vista insieme per l'ultima volta. Arrestato anche il padre di una ex compagna del Sebastiani: è accusato di favoreggiamento perché, secondo gli investigatori, avrebbe aiutato l'operaio in fuga. La sua abitazione proprio nella zona del ritrovamento del cadavere è stata sequestrata.

Su questo tragico omicidio si è aperta ancora una volta la discussione su come i media debbano trattare i casi di femminicidio. L'omicida è stato presentato da alcuni media come un uomo ossessionato dalla vittima, un "gigante buono" deluso dal rifiuto di Elisa, uscito sconvolto e piangente dalla propria confessione, un uomo incapace di fare del male, che ha perso la testa . Come se davvero alla base del delitto possa esserci amore e non semplicemente violenza e senso frustrato di possesso. "A prescindere dal caso di giornata, è inaccettabile l'incultura della superficialità nel trattare, anche nella scelta dei termini, i casi di femminicidio", ha sottolineato Carlo Verna, presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine dei giornalisti.

"Nella prossima riunione - annuncia Verna - proporrò alla commissione Pari Opportunità dell'Ordine di avviare, anche in collegamento con associazioni di cittadini e cittadine, un'azione di monitoraggio costante, utile pure per eventuali segnalazioni ai consigli di disciplina competenti".

E molte sono sui social le donne che chiedono un maggior rispetto per la vittima e toni più sobri nel raccontare la vicenda. Ecco la riflessione del Centro antiviolenza di Piacenza: "Fino a quando non smetteremo di accontentarci della superficialità, fino a che le persone non inizieranno davvero a chiedersi quale perché, cosa succede, cosa è successo, cosa possiamo fare tutti? Cosa non funziona in una società dove i femminicidi sono all'ordine del giorno? Certo porsi domande in autoanalisi è decisamente molto più impegnativo; porsi domande e riflettere sulla parità di genere, sui pregiudizi e stereotipi con i quali ancora si differenziano e categorizzano il genere femminile e maschile; sull'immagine della donna proposta spesso come "un'offerta pubblicitaria"; sull'essere quale uomo? quale compagno? quale amico? Fermarsi, in silenzio e provare ad approfondire per comprendere, per creare cambiamento, è decisamente più difficile ed impegnativo rispetto ad un semplice ed esauriente "raptus di follia" commesso da un orripilante "gigante buono"; ci sentiamo esentati? pacificati? in quanto, tanto "noi non siamo folli. Non siamo giganti. siamo "buoni" a casa nostra".

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