sabato 20 giugno 2009
Riflettori puntati su 22 province e 99 comuni, dove domani e lunedì si torna alle urne. A Milano, Firenze e Bologna i confronti più attesi.
  • Referendum o astensione. La mappa dell'incertezza
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    Saranno 22 le province, e 99 complessivamente i comuni, per cui domenica e lunedì circa 13,7 milioni di elettori dovranno esprimere il loro voto al ballottaggio. Tredici giorni fa il primo turno ha segnato, di fatto, un’affermazione del centrodestra, con Pdl e Lega Nord che insieme hanno conquistato 26 province contro le 14 del centrosinistra, e 9 comuni capoluogo, contro i 5 degli avversari. I riflettori sono puntati soprattutto sulle provinciali di Milano e Torino e sulle comunali di Bologna, Firenze, Padova e Bari: sfide chiave per "pesare" la residua consistenza del centrosinistra, i rapporti di forza tra Pdl e Carroccio e il "peso" dell’Udc, che nel gioco degli apparentamenti ha scelto di allearsi in alcune realtà con il centrodestra, in altre con il centrosinistra.Il Partito democratico si gioca molto in questa seconda chance per cercare di limitare i danni con la perdita al primo turno di ben 15 province e 7 comuni capoluogo. «Importanti città e province, piccole e medie amministrazioni locali stanno per avere nuovi sindaci o nuovi presidenti. Per questo il mio appello al voto per i ballottaggi, il mio appello per un sostegno e una vittoria dei candidati del centrosinistra: ne va della qualità della vita dei nostri territori e della geografia politica dell’Italia intera», afferma Marina Sereni, vicepresidente dei deputati del Pd che aggiunge: «Domenica e lunedì si scelgono le persone con le loro storie e i loro programmi, ma si sceglie anche un modo di concepire la politica al servizio della propria comunità e non come tutela dei propri interessi, mera esibizione di potere, propaganda senza fatti. Andiamo a votare, dunque, in tanti. È un segnale importante». Claudio Fava di Sinistra e libertà annuncia il sostegno ai candidati del Pd perché «regalare Firenze, Milano o Bologna alla vandea di Berlusconi sarebbe, per la destra, un regalo inaspettato; per noi, un segno di irresponsabilità politica». E per l’Udc Bruno tabacci sostiene: «Questi ballottaggi hanno un peso politico forte e nuovo anche perché, nonostante siano passati solo 15 giorni dal primo turno, il momento politico è diverso. L’Udc ha scelto, per gli apparentamenti, città per città». E Pier Ferdinando Casini sottolinea: «Vogliamo dimostrare a tutti che senza un partito moderato serio non si vince in Italia».In Piemonte è partita aperta a Torino, dove il presidente uscente della Provincia Antonino Saitta ha un esiguo vantaggio del 2,8% sulla candidata del centrodestra Claudia Porchietto, sostenuta da Pdl e Lega. Grande sfida a Milano dove si fronteggiano il candidato del centrodestra Guido Podestà, che ha sfiorato la vittoria al primo turno con il 48,8% e l’alfiere del centrosinistra, il presidente uscente della Provincia Filippo Penati, che ha raccolto il 38,8% dei consensi. A Bologna è in vantaggio il candidato prodiano del centrosinistra Sergio Delbono con un potente 49,4% dei consensi. Il suo antagonista, Alfredo Cazzola, si è fermato al 29,1%, ma c’è l’incognita del terzo incomodo: Giorgio Guazzaloca, che con la sua lista civica, appoggiata anche dall’Udc, ha ottenuto il 12,7%. Nessun apparentamento, ma Guazzaloca e l’Udc hanno dato indicazione di voto a favore di Cazzola. In Toscana la partita clou è quella per il sindaco di Firenze tra l’ex portiere della Nazionale Giovanni Galli (32%) sfidante di Matteo Renzi (47,5%), già presidente della Provincia. Anche in questo caso ago della bilancia potrebbe essere l’Udc. Sempre in Toscana, un’altra roccaforte "rossa" potrebbe cadere: a Prato, infatti, la distanza che separa il candidato sindaco del centrodestra Roberto Cenni, imprenditore nel settore tessile, da Massimo Carlesi, alfiere del centrosinistra, è di soli 2 punti. A Bari, dove la sfida per la carica di sindaco è tra il primo cittadino uscente, ricandidato dal centrosinistra, Michele Emiliano, e Simeone Di Cagno Abbrescia, ex sindaco. Solo 3 i punti di differenza. Sfida intensa per il rinnovo del Consiglio comunale anche a Padova, dove il candidato del centrodestra Marco Marin (44,9%) si contrappone al primo cittadino uscente, il "sindaco-sceriffo" Flavio Zanonato col 45,6%.
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