giovedì 16 luglio 2009
La R.H. Fondation ha messo in piedi a Paganica una struttura con tecnologie avanzatissime. In poco tempo sono sorti quattro padiglioni a forma di «H», ora destinati agli anziani
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Un patto tra Stati Uniti, Regione Umbria e Paganica e la regione Umbria. È quel­lo che ha permesso di dare vita a un nuo­vissimo ospedale da campo. Una storia affasci­nante, come tutte quelle che parlano di gene­rosità spontanea. Il mese scorso arriva dagli Sta­ti Uniti un’offerta di donazione per l’Abruzzo ferito. La R.H. Fondation intende offrire un o­spedale da campo dotato delle migliori stru­mentazioni, edificabile in 16 ore, a completa di­sposizione della popolazione di Paganica e din­torni. La risposta da parte dei responsabili del campo non poteva che essere positiva. E un mattino di qualche settimana fa ecco arriva dav­vero il dono atteso e graditissimo. A Paganica spunta una colonna mobile di auto nere, da cui scendono in rapida successione cameraman, cineoperatori, tecnici del suono ed una decina di persone in berretto e pantaloni corti. Una pubblicità? Nient’affatto. Gli operai della R.H. Fondation sono giunti a destinazione, con a ca­po il titolare Richard Hotes, ed al loro seguito u­na vera e proprio troupe cinematografica per riprendere ogni particolare delle operazioni di montaggio. In supporto agli operai statuniten­si sei volontari del Gruppo comunale di Prote­zione civile di Bastia Umbria, ai quali è stato chiesto di studiare, apprendere e collaborare al fine di imparare al meglio le tecniche di mon­taggio per il futuro utilizzo della struttura. L’ospedale è una H costituita da quattro tendo­strutture con impianti di aereazione (riscalda­mento e raffreddamento delle stesse) indipen­denti l’una dalle altre, corridoio centrale che co­munica con le quattro parti dello stabile e la possibilità di isolare una o più struttura per po­terle utilizzare come vere e proprie sale opera­torie. Sale d’attesa e padiglioni utilizzabili come day-hospital: in breve le fondamenta di una struttura ospedaliera fissa inserite in cinque grandi casse blu. Gli operai americani si metto­no da subito al lavoro e rispettando in pieno la tabella di marcia nelle prime 8 ore, del primo giorno di lavoro montano la prima metà dell’o­spedale. L’indomani, insieme al supporto dei volontari umbri, si apprestano a completare la struttura rendendola più che operativa, con l’in­serimento dei vari lettini, delle suddivisioni del­le stanze e del supporto di macchinari tecnici e specifici, anch’essi donati dalla R.H. Fondation, adatti per il primissimo soccorso. C’è solo da i­naugurarla e dire grazie. Per la qualità dei ma­teriali (tra i migliori nel loro settore), della strut­tura e concezione della stessa si tratta di un ve­ro e proprio tesoro, utilissimo ora in Abruzzo e in futuro in altre luoghi. A Paganica pensano per il momento a un centro d’accoglienza e cura per gli anziani.
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