sabato 12 luglio 2014
Con un truck, Dynamo camp porta i benefici dei suoi laboratori creativi in cliniche e case famiglia
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Qualche volta guarisce dentro, altre magari lenisce le ferite solo per qualche ora. Sempre, però, lascia qualcosa, rende più forti. Pronti ad affrontare la malattia, anche la più impegnativa, con una maggiore consapevolezza di sé, dei propri mezzi, delle proprie capacità di reazione. E poi, l’aspetto più importante: è divertente, emozionante, coinvolgente.È la terapia ricreativa che il Dynamo camp offre dal 2007 in maniera gratuita a ragazzi dai 6 ai 17 anni con malattie gravi o disabilità croniche nella struttura di Limestre (PI) e che – questa la novità – sta ora "esportando" nel resto del Paese, grazie a un autoarticolato in tour in diverse città italiane. Dopo essere stato a Padova e a Torino, il truck da lunedì 14 luglio sarà a Firenze per una settimana e, la successiva, a Milano. Poi nei prossimi mesi toccherà altri capoluoghi in Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania e Lombardia, facendo tappa in ospedali o case famiglie che ospitano disabili.I programmi, che replicano in parte le attività svolte al Dynamo camp, sono principalmente i laboratori radiofonico, video, di creatività artistica e musicale, svolti in parte sul truck, in parte all’interno stesso dei reparti. Attività con cui bambini e ragazzi imparano a conoscere i media e le loro potenzialità, realizzando ad esempio dei veri e propri programmi radiofonici in onda poi nel palinsesto della web radio (www.radiodynamo.it) diffusa anche in alcuni ospedali pediatrici, oppure possono dar libero sfogo alla loro espressività con il disegno, la creazione di sculture e oggetti, o la messa in scena di brevi sequenze di musical, con prove di danza, canto e recitazione. Coinvolgendo in alcuni casi anche i genitori o i fratellini dei ragazzi malati, costretti anch’essi a lunghi periodi in ospedale.«Proprio a Padova, ad esempio, ci siamo accorti che un gruppo di bambini tra i 5 e i 7 anni, ospedalizzati, erano particolarmente contenti di veder cantare e ballare i propri genitori impegnati a realizzare per loro un piccolo musical – raccontano Elena Giorgini e Vito Nigro, responsabili del progetto Dynamo off camp, ora in viaggio con 11 operatori specializzati –. Stiamo ancora testando e tarando i programmi, variabili in base ai ragazzi che incontriamo e alle loro patologie, ma abbiamo verificato, ad esempio, che il laboratorio radiofonico permette, in particolare agli adolescenti, di "tirar fuori" ciò che hanno dentro e di compiere grandi progressi sul piano della serenità personale».Il tour, reso possibile da un contributo della Fondazione Johnson & Johnson, toccherà diversi ospedali e case famiglie, ma anche oratori e associazioni, per confrontarsi sui benefici della terapia ricreativa e offrire l’esperienza del Dynamo camp a quanti si confrontano con la malattia e la disabilità dei ragazzi. «L’idea alla base del progetto è proprio quella di misurarsi con i territori – spiega Maria Serena Porcari, consigliere delegato della Fondazione Dynamo camp che vive esclusivamente di contributi privati –. Non solo ospitare i ragazzi (oltre 4.600 in 7 anni) nel nostro camp ma raggiungerli negli ospedali e dove vivono, sperimentando collaborazioni con altre realtà e associazioni». Perché sfidare se stessi, senza elementi di competizione, raggiungere un obiettivo all’interno di un gioco coinvolgente, stare con gli altri in maniera divertente, è una medicina efficace e sicura per tutti.
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