domenica 27 marzo 2016
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Roma. L’embargo alla Russia ci è costato finora 3,6 miliardi di euro. A denunciarlo è l’Ufficio studi della Cgia, la confederazione degli artigiani di Mestre. «Anche alla luce degli attacchi terroristici avvenuti a Bruxelles – segnala il coordinatore Paolo Zabeo – è giunto il momento che l’Ue riveda la propria posizione nei confronti di Mosca. Rispetto al 2014, le condizioni geopolitiche sono completamente cambiate. Per ripristinare la pace nell’area mediorientale e per combattere le frange terroristiche presenti in Europa, la Russia è un alleato strategico indispensabile per il mondo occidentale. Proseguire con le misure restrittive nei confronti della Russia che, ricordo, scadranno il prossimo mese di luglio, sarebbe poco oculato e controproducente». Lombardia (-1,18 miliardi), Emilia Romagna (-771 milioni) e Veneto (-688,2 milioni) sono le regioni che hanno subito gli effetti negativi più pesanti: oltre il 72% del totale del calo dell’export verso la Russia ha interessato questi tre territori. Dei 3,6 miliardi di minori esportazioni, 3,5 sono ascrivibili al comparto manifatturiero. I macchinari (-648,3 milioni di euro), l’abbigliamento (-539,2 milioni di euro), gli autoveicoli (-399,1 milioni di euro), le calzature/articoli in pelle (-369,4 milioni di euro), i prodotti in metallo (-259,8 milioni di euro), i mobili (-230,2 milioni) e le apparecchiature elettriche (-195,7 milioni) gli altri settori penalizzati. Intanto il centrodestra, in particolare Forza Italia, chiede un ripristino degli scambi con la Russia. «Basta con l’autolesionismo – afferma Paolo Romani, capogruppo dei senatori azzurri –. Le sanzioni ci danneggiano. Ci auguriamo che il governo si faccia portavoce di una diversa strategia dell’Ue». Il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, ha invece twittato: «Nei numeri la follia delle sanzioni alla Russia, tre miliardi di motivi per mandare via questa Europa e Renzi». Maurizio Carucci © RIPRODUZIONE RISERVATA Lo studio Cgia
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