lunedì 21 marzo 2022
Grande gioia nella diocesi di Noto che nella solennità di San Giuseppe ha celebrato il ministero sacerdotale di due giovani, don Giuseppe Canonico e don Giuseppe Minardo
I due nuovi sacerdoti con monsignor Staglianò

I due nuovi sacerdoti con monsignor Staglianò - Diocesi di Noto

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Grande gioia nella diocesi di Noto che, in concomitanza con l’anniversario dell’ordinazione episcopale del suo vescovo, nella solennità di San Giuseppe ha celebrato il ministero sacerdotale di due giovani: don Giuseppe Canonico e don Giuseppe Minardo. Il rito di ordinazione è stato presieduto da monsignor Antonio Staglianò che, in una cattedrale gremita, è apparso visibilmente commosso e non è riuscito a nascondere la propria emozione. Dall’inizio del suo servizio in diocesi sono stati consacrati ben 33 nuovi sacerdoti: una vera benedizione per la diocesi di Noto.

Don Giuseppe Canonico, originario della parrocchia San Giovanni Battista in Avola, dopo l’esperienza pastorale nella parrocchia Sacro Cuore in Modica, attualmente sta approfondendo lo studio della Teologia a Roma, al Pontificio Istituto “Matrimonio e Famiglia – san Giovanni Paolo II”; Don Giuseppe Minardo, originario della parrocchia San Giuseppe – Chiesa Madre in Rosolini, si trova invece in servizio pastorale nelle parrocchie Sacro Cuore e san Francesco in Pachino.

Profonda la commozione delle famiglie e, in particolare, delle mamme e dei papà che hanno donato i loro figli a Dio e alla Chiesa. Numerosi anche gli amici dei nuovi presbiteri accorsi alla celebrazione per partecipare a questo momento importante.

Una diocesi in festa dunque, anche per il concomitante 23esimo anniversario di consacrazione episcopale di monsignor Staglianò, che il 19 marzo 2009 veniva consacrato dalcCardinale Camillo Ruini e il successivo 2 aprile faceva il suo ingresso nella diocesi barocca.

Molto bello il messaggio che il clero ha voluto rivolgere al proprio pastore, attraverso il vicario monsignor Angelo Giurdanella: “La sua predicazione ci ha aiutato a renderci sempre più conto che non è possibile, ai nostri giorni, essere cristiani per abitudine o per convenzione sociale, ma lo possiamo essere per convinzione e per amore al Vangelo e al Regno di Dio”.

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