martedì 3 maggio 2022
Il premier italiano a Strasburgo: usare Sure per salari e bollette. Riformare Trattati, stop unanimità. Un'Europa forte è una Nato forte. Dublino da superare, una conferenza sulla difesa comune
Il presidente Draghi all'Europarlamento. Alle sue spalle, la presidente Roberta Metsola

Il presidente Draghi all'Europarlamento. Alle sue spalle, la presidente Roberta Metsola - Ansa

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Un discorso molto ampio, quello di Mario Draghi alla plenaria dell'Europarlamento di Strasburgo. Che batte soprattutto su un punto, in modo martellante: completare, e in fretta, l'integrazione europea. Anche rivedendo i Trattati e mettendo in discussione "totem" come le decisioni all'unanimità in seno al Consiglio Ue dei capi di Stato e di governo.

Con a fianco la presidente Roberta Metsola, e nel ricordo ancora vivo di David Sassoli, Mario Draghi parla della guerra in Ucraina come "una delle più gravi crisi" della storia dell'Unione Europea. Una crisi "insieme umanitaria, securitaria, energetica, economica". E che richiede la stessa "prontezza e determinazione" dimostrata nella lotta al Covid.

PRONTI A RIVEDERE I TRATTATI

Non se ne esce, però, con interventi emergenziali. Draghi avvisa: "Le istituzioni che i nostri predecessori hanno costruito negli scorsi decenni hanno servito bene i cittadini europei, ma sono inadeguate per la realtà che ci si manifesta oggi davanti". C'è bisogno, dice il premier italiano, di un "federalismo pragmatico" che "abbracci tutti gli ambiti colpiti dalle trasformazioni in corso" - economia, energia, sicurezza -. "Se ciò richiede l’inizio di un percorso che porterà alla revisione dei Trattati, lo si abbracci con coraggio e con fiducia".

A BUCHA OLTRAGGIATI I DIRITTI UMANI

Nessun cedimento, invece, circa la linea da tenere sul conflitto in corso. "L’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia ha rimesso in discussione la più grande conquista dell’Unione Europea: la pace nel nostro continente. Una pace basata sul rispetto dei confini territoriali, dello stato di diritto, della sovranità democratica, sull’utilizzo della diplomazia come mezzo di risoluzione delle controversie tra Stati, sul rispetto dei diritti umani, oltraggiati a Mariupol, a Bucha, e in tutti i luoghi in cui si è scatenata la violenza dell’esercito russo nei confronti di civili inermi". Per il premier bisogna continuare a sostenere il presidente Zelensky perché "in una guerra di aggressione non può esistere alcuna equivalenza tra chi invade e chi resiste" e perché l'obiettivo resta una Ucraina "libera, democratica, sovrana". "Proteggere l’Ucraina vuol dire proteggere noi stessi e il progetto di sicurezza e democrazia che abbiamo costruito insieme negli ultimi settant’anni", conclude Draghi.

Quanto a quel segno di discontinuità che diversi osservatori chiedono all'Ue rispetto a Usa e Gb, Draghi spiega: "La nostra priorità è raggiungere quanto prima un cessate il fuoco. Una tregua darebbe anche nuovo slancio ai negoziati, che finora non hanno raggiunto i risultati sperati. L’Europa può e deve avere un ruolo centrale nel favorire il dialogo. Dobbiamo farlo per via della nostra geografia e della nostra storia. L’Italia - si impegna Draghi -, come Paese fondatore dell’Unione Europea, come Paese che crede profondamente nella pace, è pronta a impegnarsi in prima linea per raggiungere una soluzione diplomatica".

ENERGIA E SICUREZZA ALIMENTARE, UE FACCIA PRESTO

Dopo la parte politica, Mario Draghi rimette i suoi vecchi panni da banchiere centrale ed europeo. E sviscera i costi della crisi in costo. A partire dal rischio di una crisi alimentare, da sommare a quella energetica, già in corso. Invita quindi al massimo sostegno europeo agli organismi sovranazionali, per evitare che in Africa si paghi un prezzo umano altissimo. Quanto alla crisi energetica, Draghi rilancia i suoi cavalli di battaglia: il tetto europeo al prezzo del gas, per ridurre la "rata" che i Paesi Ue pagano a Putin per sostenere la sua guerra in Ucraina, e lo scorporo del prezzo dell'elettricità da quello del gas.

DIFESA COMUNE, RENDERE EFFICIENTE LA SPESA

Quanto al tema della Difesa comune, Draghi propone una conferenza ad hoc. E sottolinea, in un passaggio a braccio, che "un'Europa forte è una Nato forte" e quindi, in primis bisogna rendere la spesa militare "più efficiente". Quella attuale "in sicurezza è circa tre volte quella della Russia, ma si divide in 146 sistemi di difesa. Gli Stati Uniti ne hanno solo 34. È una distribuzione di risorse profondamente inefficiente, che ostacola la costruzione di una vera difesa europea. È opportuno convocare una conferenza per razionalizzare e ottimizzare gli investimenti.
Inoltre, la costruzione di una difesa comune deve accompagnarsi a una politica estera unitaria, e a meccanismi decisionali efficaci.
Dobbiamo superare il principio dell’unanimità, da cui origina una logica intergovernativa fatta di veti incrociati, e muoverci verso decisioni prese a maggioranza qualificata. Un’Europa capace di decidere in modo tempestivo, è un’Europa più credibile di fronte ai suoi cittadini e di fronte al mondo".

ACCOGLIENZA, SUPERARE DUBLINO

Invita inoltre, Draghi, a prendere slancio dallo sforzo di accoglienza dei profughi ucraini per passare ad una "gestione davvero europea anche dei migranti che arrivano da altri contesti di guerra e sfruttamento. Più in generale, è necessario definire un meccanismo europeo efficace di gestione dei flussi migratori, che superi la logica del Trattato di Dublino. Dobbiamo rafforzare e rendere davvero efficaci gli accordi di rimpatrio, ma dobbiamo anche rafforzare i canali legali di ingresso nell’Unione Europea. In particolare, dobbiamo prestare maggiore attenzione al Mediterraneo, vista la sua collocazione strategica come ponte verso l’Africa e il Medio Oriente".

NUOVO "SURE" CONTRO LE BOLLETTE

Infine, i "compiti" per l'Ue: accelerare sull'allargamento, aprendo subito i negoziati di adesione con Albania e Macedonia del Nord, riprendendo il filo con Serbia e Montenegro e assicurando "la massima attenzione alle legittime aspettative di Bosnia Erzegovina e Kosovo". "Siamo favorevoli - insiste Draghi - all’ingresso di tutti questi Paesi e vogliamo l’Ucraina nell’Unione Europea".

Secondo compito per l'Ue, prendere atto che i bilanci nazionali non possono reggere lo sforzo della pandemia, della guerra, della transizione ecologia. E allora si riprenda e amplii il meccanismo di prestiti Sure e lo si lasci utilizzare agli Stati sia per ridurre l'impatto delle bollette sia per alzare i salari più bassi con decontribuzioni. E si replichi, per gli investimenti, il modello Next generation EU. Conclude Draghi: "Il buon governo non è limitarsi a rispondere alle crisi del momento. È muoversi subito per anticipare quelle che verranno. I padri dell’Europa ci hanno mostrato come rendere efficace la democrazia nel nostro continente nelle sue progressive trasformazioni. L’integrazione europea è l’alleato migliore che abbiamo per affrontare le sfide che la storia ci pone davanti. Oggi, come in tutti gli snodi decisivi dal dopoguerra in poi, servono determinazione, visione, unità.
Sono sicuro che sapremo trovarle ancora una volta, insieme".

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