venerdì 19 marzo 2021
La prima conferenza stampa del premier dopo che il Consiglio dei ministri approva il decreto. Orlando: lotta alla povertà. Franco: cinque linee di intervento da 32 miliardi di euro
Il presidente del Consiglio Mario Draghi

Il presidente del Consiglio Mario Draghi - Reuters

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È durata circa un'ora la prima conferenza stampa del presidente del Consiglio Mario Draghi. All'incontro con i giornalisti anche i ministri Daniele Franco (Economia) e Andrea Orlando (Lavoro). Poco prima il Consiglio dei ministri - cominciato con un ritardo di oltre due ore e mezzo - aveva approvato il decreto Sostegni. La mediazione raggiunta in Cdm dopo un lungo braccio di ferro all'interno della maggioranza, prevede la cancellazione delle vecchie cartelle esattoriali fino a 5mila euro, dal 2000 al 2010, ma con un tetto di reddito di 30mila euro.

È stato proprio il premier a presentare il dl appena approvato. Draghi ha detto che si è trattata di una «risposta consistente, da 32 miliardi di euro, ma parziale, il massimo che potevamo fare». Il dl Sostegni rappresenta «una risposta alla povertà, alle imprese e ai lavoratori», ha aggiunto il premier, con l’obiettivo di «dare più soldi a tutti più velocemente possibile». «Questo è un anno in cui non si chiedono soldi, si danno soldi» ha affermato chiaramente il premier per dare il senso della portata del piano e dell’urgenza del momento. Riferendosi agli aiuti per le imprese Draghi ha spiegato che tra le misure introdotte c’è anche l’abbandono dei codici Ateco e una maggiore velocità dei pagamenti: «L’Ufficio delle Entrate mette a disposizione una piattaforma per i pagamenti a fine mese, i pagamenti inizieranno l’8 aprile per chi avrà fatto domanda, quindi 11 miliardi entreranno nell’economia nel mese di aprile».

Più aiuti agli autonomi e alle imprese che operano in montagna, ha aggiunto il premier: «Sulle imprese c’è una parte destinata al ristoro o indennizzo delle imprese che operano nella montagna, molte poste di questo decreto sono indirizzate al turismo e c’è un provvedimento molto importante per gli autonomi, per tutti i lavoratori inclusi i lavoratori del settore agricolo, con decontribuzione da due miliardi e mezzo, abbiamo aggiunto un miliardo e mezzo».

L’azzeramento delle cartelle permette la lotta all’evasione, ha spiegato Draghi: «Se esistono milioni e milioni di cartelle arretrate vuol dire che lo Stato non ha funzionato. Permettiamo ora un piccolo sollievo all’amministrazione per lavorare. Ma il vero sollievo viene dalla riforma del sistema».

Sulla campagna vaccinale e il caso Astrazeneca, il premier ha risposto che non si è trattato di un errore («Mettiamoci nei panni di chi doveva decidere in quel momento, io penso di aver fatto bene») e ha escluso che ci fossero «interessi tedeschi» dietro questo stop. Ha annunciato che farà il vaccino Astrazeneca (Non ho fatto la prenotazione, ma non c’è nessun dubbio che farò il vaccino Astrazeneca») e che il ritardo nella campagna vaccinale non è stato disastroso: «C’è stato un calo di vaccinazioni, ma solo per un giorno e poi sono state quasi compensate». Parlando della campagna vaccinale il premier ha ribadito che «questa è la base da cui riparte l’economia». Il premier ha poi sottolineato come la difformità tra le Regioni nella campagna vaccinale è qualcosa di negativo da superare con l’intervento statale. «Se c’è bisogno di aiuto lo Stato c’è» ha detto Draghi, aggiungendo di aver trovato disponibilità e apertura in questo senso da parte delle Regioni.

Sulla scuola, il premier ha riconosciuto la priorità:«Direi che per quel mi riguarda la scuola sarà la prima attività a essere riaperta, quando il contagio lo permetterà. La prima attività che verrà riavviata».

Non ha chiuso del tutto la porta al Mes, ma ha precisato che «al momento il livello dei tassi di interessi è tale che prendere il Mes non è prioritario». Ma poiché «il Mes riguarda gli interventi sulla sanità, il governo valuterà se ne vale la pena solo quando avremo un piano sanità condiviso dal Parlamento e dall’opinione pubblica».

Sull’utilizzo del vaccino Sputnik in Italia, Draghi ha ribadito che è necessario un atteggiamento pragmatico e ha espresso una posizione simile a quella ribadita da Angela Merkel: «Se l’Ue procede con l’approvazione bene, altrimenti si procederà in altro modo».

In generale, il premier ha difeso il pragmatismo nei momenti di emergenza, pur ribadendo la volontà di muoversi all’interno del coordinamento europeo, che resta la prima strada da seguire in tema di vaccini e non solo. «Se il coordinamento Ue viene meno bisogna essere pronti a far da soli» ha concluso il premier . E ha citato, per esempio, le decisioni prese in tema di mancato rispetto degli accordi.

Lotta alla povertà, Orlando: un miliardo di euro sul reddito di cittadinanza
Arriva un miliardo sul reddito di cittadinanza «perché è cresciuto il numero di quelli che hanno i requisiti». Lo ha affermato il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, nel corso della conferenza stampa. Il decreto Sostegni prevede «un importante intervento sulla povertà». «Sono previste - ha spiegato Orlando - ulteriori tre mensilità sul reddito di emergenza e viene rifinanziato il reddito di cittadinanza». Orlando ha precisato che cambierà la disciplina del Rdc, consentendo la possibilità di non disincentivare la ricerca del lavoro: «Se trovi lavoro per sei mesi, non viene interrotto il Rdc e non devi, quando finisci il periodo di lavoro, riavviare le pratiche per il reddito di cittadinanza. Abbiamo fatto un lavoro di grande importanza e di grande significato per la povertà che ci preoccupa e deve vederci più attenti nei prossimi mesi». «C'è un significativo intervento sui lavoratori atipici - ha detto Orlando - per cui è prevista un'indennità significativa (rispetto alle risorse non rispetto alle esigenze), pari a 2.400 euro per i lavoratori del turismo, degli stabilimenti termali, stagionali, per chi lavora nell'ambito dello spettacolo, per i lavoratori atipici». Il decreto legge contiene anche misure che interessano «le grandi crisi industriali» come «l'ex Ilva e il trasporto aereo». Inoltre contiene una norma che «prevede si interrompa il trattamento eccezionale del blocco dei licenziamenti dove esistono la cassa ordinaria, si prosegue fino ottobre dove questi strumenti ancora non esistono».

Franco: cinque linee di intervento da 32 miliardi di euro
«Capisaldi del decreto sono il sostegno alle imprese, al lavoro e aiuto contro la povertà. Una operazione da cinque linee di intervento e 32 miliardi di euro che è ancora parziale e sarà corretta con un nuovo scostamento ad aprile. In media 3.700 euro di ristori per tre milioni di soggetti». Lo ha sottolineato il ministro dell'Economia Daniele Franco. «Il decreto si muove sui margini definiti dallo scostamento di gennaio. Ci sono cinque linee di intervento: imprese, interventi di sostegno al lavoro e contrasto alla povertà, salute e sicurezza. Poi ci sono interventi per istruzione, turismo e agricoltura», ha continuato. Il decreto prevede un capitolo salute e sicurezza, su cui «stanziamo quasi cinque miliardi di euro. La posta principale è l'acquisto di vaccini e farmaci per 2,8 miliardi di euro», ha affermato il ministro dell'Economia. Altre risorse saranno destinate «per la logistica e ogni altro intervento per la gestione della crisi pandemica che in buona parte» saranno gestiti da parte del commissario straordinario. Inoltre è previsto un intervento «per creare un fondo per la produzione di vaccini in Italia». Il secondo pilatro del decreto legge Sostegno «è costituito da interventi per il sostegno del lavoro e per il contrasto della povertà, dove stanziamo circa otto miliardi di euro».

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