venerdì 24 giugno 2022
Parziale delusione del premier. A settembre la Commissione presenterà studio sulla materia. L'annuncio: convocherò le parti sociali. La scissione M5s: mio mandato non cambia
Mario Draghi

Mario Draghi - Ansa

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Mario Draghi si presenta alla stampa, al termine del Consiglio Europeo, e maschera la delusione. Non ci sarà un vertice straordinario a luglio sull’energia, dopo i forti rialzi dei prezzi e i primi tagli sul gas operati dalla Russia di Putin. Sul punto, un risultato l’ha prodotto comunque la riunione dei 27 capi di Stato e di governo dell’Ue a Bruxelles: dopo il pressing dell’Italia, la Commissione Europea produrrà a settembre uno studio completo che, però, non sarà solo sul “price cap”, ovvero sul tetto massimo al prezzo degli acquisti di gas, ma sull’intera materia, inclusa la riforma del sistema elettrico, per poi discuterne nel Consiglio ordinario di ottobre. Il presidente del Consiglio si professa e dice di aver temuto un rinvio ancora più vago: Non mi aspettavo di poter fissare una data precisa per un rapporto completo, le cose si stanno muovendo, anche se magari non avvengono rapidamente come uno vorrebbe. Qua e là, tuttavia, affiorano le recriminazioni per i Paesi europei molto esitanti ad agire: sono già passati 4 mesi – sbotta a un certo punto – e poi si lascia scappare che a ottobre potrebbe essere tardi. Sono timori, d’altronde, che confessa di non capire: si è parlato molto di coordinamento e di solidarietà sull’energia, mentre l’obiezione che si fa sul tetto al prezzo <è la paura che in risposta la Russia tagli le forniture, ma ormai in Germania siamo già al 50% dei flussi>. Risultato: Putin incassa le stesse cifre e l’Ue ha difficoltà immense.

Per Draghi, in ogni caso, il tetto al prezzo rimane la cosa che si dovrebbe fare in questa situazione e l’idea del summit straordinario, pur non avallata da fonti europee, non è scartata del tutto in caso di un aggravarsi del quadro: E’ stato detto in modo esplicito: non faremo passare due mesi e mezzo senza far niente nel caso in cui dovessero avvenire altre cose. Inoltre il premier tenta ora un rilancio cercando la sponda degli Stati Uniti: Anche al G7 del fine settimana si parlerà di “price cap”, osserva, gli Usa sono consapevoli delle difficoltà che stiamo affrontando sulle sanzioni.

Difficoltà che si ripercuotono sulla tenuta sociale del Paese, in vista dell’autunno che verrà: per questo Draghi promette che convocherà presto le parti sociali, al massimo al rientro dai prossimi vertici (la prossima settimana c’è pure quello Nato a Madrid). Mentre, sul fronte interno, dopo la scissione di M5s e la nascita del gruppo di Luigi Di Maio nella maggioranza, risponde no alla domanda se reputi necessario un rimpasto e conclude: Mi sento con lo stesso mandato parlamentare.

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