
Mario Draghi - Ansa
Mario Draghi si presenta alla stampa, al termine del Consiglio Europeo, e maschera la delusione. Non ci sarà un vertice straordinario a luglio sull’energia, dopo i forti rialzi dei prezzi e i primi tagli sul gas operati dalla Russia di Putin. Sul punto, un risultato l’ha prodotto comunque la riunione dei 27 capi di Stato e di governo dell’Ue a Bruxelles: dopo il pressing dell’Italia, la Commissione Europea produrrà a settembre uno studio completo che, però, non sarà solo sul “price cap”, ovvero sul tetto massimo al prezzo degli acquisti di gas, ma sull’intera materia, inclusa la riforma del sistema elettrico, per poi discuterne nel Consiglio ordinario di ottobre. Il presidente del Consiglio si professa
Per Draghi, in ogni caso, il tetto al prezzo rimane la cosa che si dovrebbe fare in questa situazione e l’idea del summit straordinario, pur non avallata da fonti europee, non è scartata del tutto in caso di un aggravarsi del quadro: E’ stato detto in modo esplicito: non faremo passare due mesi e mezzo senza far niente nel caso in cui dovessero avvenire altre cose. Inoltre il premier tenta ora un rilancio cercando la sponda degli Stati Uniti: Anche al G7 del fine settimana si parlerà di “price cap”, osserva, gli Usa sono consapevoli delle difficoltà che stiamo affrontando sulle sanzioni.
Difficoltà che si ripercuotono sulla tenuta sociale del Paese, in vista dell’autunno che verrà: per questo Draghi promette che convocherà presto le parti sociali, al massimo al rientro dai prossimi vertici (la prossima settimana c’è pure quello Nato a Madrid). Mentre, sul fronte interno, dopo la scissione di M5s e la nascita del gruppo di Luigi Di Maio nella maggioranza, risponde no alla domanda se reputi necessario un rimpasto e conclude: Mi sento con lo stesso mandato parlamentare.