mercoledì 24 marzo 2021
Il premier bacchetta le Regioni che "dimenticano" over80 per vaccinare specifiche categorie produttive. Dati a giorni online. Autonomia produttiva Ue strategica, così come tassazione globale digitale
Il premier Draghi in Senato

Il premier Draghi in Senato - Ansa/Riccardo Antimiani

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Massima intensità nella campagna vaccinale (senza dimenticare gli over 80 come fanno alcune Regioni) per riaprire prima le scuole – la speranza è dopo Pasqua – e poi tornare gradualmente a riaprire il resto. Salute, formazione e lavoro sono perciò le tre direttrici che il governo segue, accanto all’autonomia produttiva in Ue perché «nessuno è al sicuro se non lo saremo tutti». Poi un passaggio su sviluppo e digitalizzazione, avendo ben chiaro che Next generation Ue deve essere un’opportunità per donne e giovani. Ed infine un passaggio sulla situazione in Turchia, sottolineando che la sospensione della convenzione di Istanbul «è un grave passo indietro perché il rispetto dei diritti umani sono un valore identitario dell’Ue». È un «messaggio di fiducia» agli italiani, come lo definisce lui stesso, quello che il premier Mario Draghi ha pronunciato stamane in Senato e nel pomeriggio alla Camera dei deputati, illustrando la posizione italiana alla vigilia del Consiglio europeo di domani e dopodomani, a cui parteciperà in un segmento anche il presidente degli Usa Joe Biden, che è motivo di soddisfazione per il presidente del Consiglio. Poi a ora di pranzo ha incontrato, come di consueto prima di ogni vertice europeo, il capo dello Stato in videoconferenza

Covid e Vaccini

Combattere la pandemia significa «vaccinare più persone possibili nel più breve tempi possibile», è il cuore del discorso pronunciato davanti ai parlamentari. Ora si viaggia intorno alle 170mila dosi al giorno, ricorda Draghi, ma l’obiettivo sono sempre le 500mila «per tornare alla normalità e combattere nuove varianti». Se l’Italia è seconda in Ue per somministrazioni, va comunque imparato da paesi come la Gran Bretagna che ha moltiplicato siti e vaccinatori. Ecco perché, sottolinea il premier, «una volta che abbiamo logistica efficiente con meno requisiti formali e maggior pragmatismo si aumenta la velocità. Vanno vaccinati prima i cittadini anziani e fragili», ma sul fronte over 80 «ci sono tante differenze regionali difficili da accettare, perché alcune regioni trascurano i loro anziani in favore di gruppi che vantano probabilmente priorità in base a qualche loro forza contrattuale». L’unità resta la strada per uscire presto dalla pandemia e la «sincera collaborazione tra le istituzioni» resta la via, dal canto suo il governo assicura «massima trasparenza sui vaccini» sul sito della presidenza del Consiglio, mettendo tutti i dati «entro la settimana» è la precisazione sulla tempistica che fa nel discorso pomeridiano alla Camera. Ma, sottolinea Draghi, mentre i vaccini procedono «è bene pensare e pianificare le riaperture. Se la situazione epidemiologica migliorerà cominceremmo a riaprire la scuola in primis, almeno le scuole primarie e l’infanzia anche nelle zone rosse già subito dopo Pasqua».

Politiche e Regolamento Ue

Ciò che va preteso in sede europea, è il chiaro messaggio del presidente del Consiglio, è «il pieno rispetto degli impegni contrattuali dalle case farmaceutiche», dando pieno uso a tutti gli strumenti disponibili incluso il Regolamento Ue per l’esportazione dei vaccini approvato a fine gennaio. Ma proprio la pandemia ha dimostrato anche, secondo l’ex presidente della Bce, la necessità di «investire in capacità produttiva di vaccini in Europa», perché la prima autonomia strategica è in fatto di vaccini. «La sicurezza riguarda – dice infatti – anche le materie prime e le catene del valore della transizione ecologica». Dunque la salute globale chiede un impegno comune per Draghi, visto che «nessuno sarà al sicuro finché non lo saremo tutti». Il dispositivo Covax è perciò «lo strumento migliore per raggiungerlo», l’Italia è stata uno dei primi Paesi ad aver contribuito con 80 milioni, ma lo strumento va rafforzato e reso sempre più efficace. In questo senso «giocherà un ruolo di primo piano il vertice della salute mondiale del 21 maggio a Roma». La ricerca, inoltre, ha dimostrato di essere una leva fondamentale e, ricorda il premier, «l’industria italiana della scienza della vita è già in prima linea nel mondo e faremo di tutto perché ci resti». Altro tema che verrà trattato al Consiglio Ue è l’idea del certificato verde digitale entro 3 mesi, perché «la libertà di movimento deve andar di pari passo con la garanzia della salute, ma senza discriminazioni e nel rispetto dei dati personali».

Sviluppo, mercato unico, digitalizzazione

Il mercato unico, e non potrebbe essere altrimenti per Draghi, resta fondamentale ma «difendere l’unicità del mercato significa difendere le aziende italiane che ne beneficiano in grande misura». Tra le iniziative su cui ragionare per contribuire a rafforzare la capacità d’innovazione Draghi ricorda la “Bussola digitale”, anche se non sarà facile rafforzare il ruolo dell’Ue «visto il divario con Usa e Cina, anche perché – ammette il premier ­ - richiede profondi cambiamenti nella formazione dei lavoratori, nella cultura imprenditoriale e nella Pa». Sta di fatto che anche in questo caso Next generation Ue è «grande opportunità», perché il 20% dei fondi riguardano la trasformazione digitale». Tuttavia non si può prescindere «da equa distribuzione dei proventi», per questo il Consiglio Ue secondo il premier italiano «dovrebbe procedere verso una soluzione globale e consensuale sulla tassazione digitale internazionale entro metà 2021, nell’ambito dell’Ocse». Approfittando anche di una certa apertura della nuova presidenza americana e della presidenza italiana del G20.

Ue-Russia-Turchia

In merito infine alla situazione di tensione tra l’Europa e la Turchia, Draghi sottolinea la necessità che l’Ue «lavori a proposte concrete per un’agenda positiva che favorisca una dinamica costruttiva, anche in chiave di stabilità regionale». Perché è facile coltivare contrapposizioni, «ma è molto meglio costruire i rapporti future», visto che sono molti i temi comuni come la lotta al terrorismo, le migrazioni e la politica doganale. Ecco perché vanno evitate «iniziative difensive e ribadita l’esigenza di rispettare i diritti umani», con l’abbandono turco della Convenzione di Istanbul considerato dall’Italia «un grave passo indietro». Un discorso chiaro che il premier ha detto di aver riferito nel colloquio avuto con Erdogan oltre che - l'aggiunta a braccio nel pomeriggio a Montecitorio - averlo esortato: «Aiutateci ad aiutarvi». Resta infatti sia il tema delle donne e che in generale il rispetto dei diritti umani in tutti Paesi non solo un valore europeo, «ma un valore identitario per Ue». Perciò occorre ribadire come governi e Parlamenti nazionali «l’impegno a costruire un’Europa che accolga i giovani e li formi come figli e non come riserva di lavoro, spesso sottopagato». Da qui passa il futuro dell’Ue, dal dare opportunità concrete, conclude Draghi, a giovani e donne. Uno dei temi che verrà affrontato in un Consiglio Ue sociale il 7-8 maggio organizzato dal Portogallo, perché l’uscita alla pandemia è la principale sfida europea, «ma non è l’unica».

La replica al Senato

Il premier Draghi nella replica a palazzo Madama è tornato sul tema dei vaccini ammettendo anche qualche errore a livello europeo e ricordando come il coordinamento Ue sia molto importante, ma «ma se non funziona in questi momenti dove il tempo è prezioso, occorre anche trovare del risposte da soli». E fare da soli significa imparare dalle esperienze degli atri Paesi una logistica efficiente che «può perseguire i propri obiettivi molto più velocemente se si attua un certo pragmatismo nella sburocratizzazione del processo di amministrazione dei vaccini». Senza dimenticare di puntualizzare sul fronte delle tematiche migratorie, annunciando che «la linea di politica estera del governo italiano è sostenere il governo di unità nazionale in Libia con l'obiettivo di arrivare il prima possibile al cessare il fuoco io stesso farò una visita in Libia il 6 o 7 aprile, comunque nella prima settimana di aprile».

​La replica alla Camera

​Ma è nella replica a Montecitorio che il premier torna sulla questione libica, accennata stamane al Senato. E lo fa per aggiungere oltre alla sua visita in Libia a inizio aprile anche che «occorre essere molto vigili che l'accordo sul cessate il fuoco venga rispettato con l'evacuazione di coloro che hanno alimentato questa guerra, i mercenari e gli eserciti di altri Paesi, tra questi la Turchia». Poi intervenendo sul caso delle milioni di dosi Astrazeneca giacenti ad Anagni ha assicurato che il governo attuerà una «sorveglianza attiva» sull'azienda che ha una sede proprio nel Lazio. E riferendosi al pragmatismo sul piano vaccinale, Draghi ha spiegato che ul suo è «un pragmatismo in senso positivo nei confronti dell'Ue, non metto la ricerca di altre strade prima». L'Italia infatti ha mostrato che la sua azione è fondata «su tre pilastri: il rispetto degli accordi da parte delle multinazionali dei vaccini; le sanzioni se questi accordi non sono rispettati; la pronta sostituzione dei vaccini mancanti con altri tipi di vaccino». Infine il presidente del Consiglio ha ripreso anche il tema della digitalizzazione, sottolineando che «la sovranità digitale è un obiettivo
unanimemente condiviso nella Ue», perché «una sudditanza digitale, come quella che esiste oggi, non è tollerabile».

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