lunedì 31 maggio 2021
Già fedelissimo del capo mafia Totò Riina, poi collaboratore di giustizia, ammise il suo ruolo nella strage di Capaci e nell'omicidio del piccolo Di Matteo. Ora quattro anni di libertà vigilata
Un momento del processo sulla strage di Capaci bis durante il quale depone il pentito Giovanni Brusca nell'aula bunker del carcere di Rebibbia, Roma, 24 novembre 2014

Un momento del processo sulla strage di Capaci bis durante il quale depone il pentito Giovanni Brusca nell'aula bunker del carcere di Rebibbia, Roma, 24 novembre 2014 - ANSA/MASSIMO PERCOSSI

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Ha lasciato il carcere dopo 25 anni, per fine pena, il boss mafioso Giovanni Brusca, fedelissimo del capo dei capi di Cosa nostra, Totò Riina, prima di diventare un collaboratore di giustizia ammettendo, tra l'altro, il suo ruolo nella strage di Capaci e nell'uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo. Ha lasciato oggi, come scrive L'Espresso, il penitenziario di Rebibbia, a Roma, con 45 giorni di anticipo rispetto alla scadenza della condanna.

Sarà sottoposto a controlli e protezione ed a quattro anni di libertà vigilata, come deciso dalla Corte d'Appello di Milano. La notizia ha trovato conferma in ambienti investigativi.

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