venerdì 29 giugno 2012
​Nuova intesa Stato-Cei sulla qualificazione degli insegnanti. Bagnasco: consolidato l’armonioso inserimento dell’Irc nella scuola. Dal 2017 necessari i titoli accademici di baccalaureato, licenza o dottorato in teologia oppure la laurea magistrale in scienze religiose.
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​La firma prima e la stretta di mano poi, subito immortalata dal nugolo dei fotografi presenti. Nella cornice della Sala del Consiglio permanente si è svolta ieri mattina la cerimonia della firma della nuova Intesa Stato-Cei sull’Insegnamento della Religione Cattolica (Irc) nella scuola statale. In un clima cordiale – come del resto tutto l’iter di revisione iniziato nel 2010 – il cardinale presidente della Cei, Angelo Bagnasco, e il ministro della Pubblica Istruzione e Ricerca, Francesco Profumo, hanno apposto le loro sigle in calce al documento che prende il posto dell’analoga Intesa varata nel 1985 e adegua lo statuto dell’Irc al quadro complessivo della scuola italiana, che in questi 22 anni è naturalmente mutato.«L’atto che stiamo per compiere – ha detto Bagnasco poco prima della firma – non solo conferma lo stile di dialogo e di collaborazione che caratterizza i rapporti tra le nostre Istituzioni, ma consolida ulteriormente l’armonioso inserimento dell’Irc nei percorsi formativi della scuola italiana». Anche il ministro ha sottolineato che si tratta di «un passo molto importante» oltre che «un elemento di chiarezza per il procedere dei prossimi anni». E in effetti la nuova Intesa aggiorna completamente le norme relative ai profili di qualificazione degli insegnanti e modifica a livello lessicale i punti che riguardano i programmi, le modalità organizzative di insegnamento e i criteri di scelta dei libri di testo.In sostanza, ha spiegato il ministro», «la nuova Intesa prevede che per accedere all’Irc in ogni ordine e grado di scuola si debba essere in possesso dei titoli accademici di baccalaureato, licenza o dottorato in teologia o in altre discipline ecclesiastiche (come era già stabilito in precedenza), oppure che si sia conseguita una laurea magistrale in scienze religiose secondo il nuovo ordinamento». Per i sacerdoti invece resta titolo valido il percorso di studi svolto nel seminario maggiore. «Nelle scuole dell’infanzia e primarie – ha aggiunto Profumo –, dove il Concordato del 1984 consente di affidare l’Irc anche agli insegnanti ordinari delle sezioni o delle classi, è stata conservata questa possibilità, richiedendo agli interessati il conseguimento di un apposito master universitario di secondo livello in scienze religiose, al fine di equiparare in qualche modo la preparazione professionale degli insegnanti specialisti che svolgono solo l’Irc e quella degli insegnanti comuni che curano l’Irc solo nella propria classe o sezione». I nuovi titoli saranno richiesti a partire dal 1° settembre 2017 per lasciare a tutti il tempo di completare eventuali percorsi di studio già avviati. «Fino a quella data – ha detto il ministro – saranno ancora validi i titoli previsti dalla precedente Intesa». Alla cerimonia erano presenti anche il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, monsignor Vincenzo Annicchiarico, responsabile del Servizio nazionale della Cei per l’Irc e una folta delegazione del ministero. «Auspico – ha concluso Bagnasco – di vedere quanto prima i frutti di bene che scaturiranno da questo rinnovato accordo».

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