mercoledì 18 giugno 2014
​Si spacca il partito di Vendola dopo la riunione fiume di ieri. Vendola: non sia scivolo verso Renzi, siamo all'opposizione.
Debiti pubbliche amministrazioni, l'Ue apre procedura d'infrazione contro l'Italia
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Sì definitivo dell'aula della Camera al decreto Irpef, ieri licenziato dal Senato. Il testo è stato approvato a Montecitorio con 322 sì, 149 no e 8 astenuti. Il testo, che prevede tra l'altro il bonus di 80 euro al mese per i redditi inferiori ai 25mila euro. A sorpresa anche Sel ha votato a favore dopo un duro confronto interno. Un sì non all'unanimità dei presenti, visto che sono state due le astensioni da parte di deputati indipendenti (Airaudo e Marcon). Il sì del gruppo giunge dopo che, nella riunione di ieri sera, è arrivato l'ok da 17 deputati (contro 15) a un voto favorevole al dl Irpef. Il sì al decreto legge non "sia uno scivolo per progressivamente avvicinarsi all'area di governo io dico no. Capisco che ci sia anche una forte fascinazione verso Matteo Renzi ma siamo all'opposizione" ha precisato il presidente di Sel, Nichi Vendola, interpellato dai cronisti a Montecitorio. "Renzi è una narrazione di successo, il punto è che io sono abituato alla verifica dei fatti e a giudicare le cose, non gli annunci", spiega ancora Vendola evidenziando come, finora, "le cose siano o negative come quelle che riguardano i processi di ulteriore precarizzazione del mercato del lavoro o prevalentemente pubblicitarie". "Sel - conclude Vendola - dovrebbe, praticando una linea di opposizione costruttiva, lavorare per far saltare quella che io chiamo la gabbia, cioè la maggioranza delle piccole-larghe intese e per dire che c'è la possibilità, in questo Parlamento, di immaginare che si possa lavorare per una base parlamentare differente per un governo effettivamente di svolta".
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