mercoledì 17 gennaio 2024
Dopo il taglio in Manovra, il ministro Schillaci promette nuovi fondi, ma avvisa: le cure saranno garantite dai Lea. Parte l'iter di una legge che prevede carcere per chi incoraggia condotte scorrette
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La cura dei disturbi del comportamento alimentare (Dca) sarà garantita grazie all’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), che entreranno in vigore nel 2024. È questa la risposta del ministro della Salute, Orazio Schillaci, al question time di ieri a Montecitorio, dopo le rimostranze delle associazioni dei pazienti che lamentano l’azzeramento del Fondo nazionale per il contrasto ai disturbi dell’alimentazione.

Il ministro ha anche rilevato che non tutti i fondi destinati ai disturbi alimentari sono stati spesi negli scorsi anni dalle Regioni. E ha annunciato che nel Decreto Milleproroghe verrà inserita una dotazione di 10 milioni di euro in attesa che il nuovo Nomenclatore tariffario entri nella piena operatività. Soddisfatte, ma non del tutto, le associazioni che hanno confermato le manifestazioni di protesta domani in una trentina di città italiane (sotto lo slogan “Di disturbi alimentari si muore, oggi più di ieri”), chiedendo che i fondi diventino strutturali e che i disturbi alimentari abbiano una collocazione specifica nei Lea.

Intanto è iniziato in commissione Sanità al Senato l’iter del disegno di legge sui disturbi del comportamento alimentare, che introduce una nuova fattispecie di reato per chi istiga a comportamenti che possono favorire l’insorgere dei disturbi alimentari e riconosce queste patologie come “malattie sociali”, contro le quali viene istituita una Giornata nazionale.

Patologie in crescita

Infatti i dati sulla diffusione dei disturbi dell’alimentazione (anoressia nervosa, la bulimia, disturbo da alimentazione controllata e disturbo evitante/restrittivo), indicano che sono circa 3-4 milioni le persone colpite nel nostro Paese, per la quasi totalità donne. E provocherebbero la morte di circa 4mila persone l’anno. Seconda causa di morte tra i giovani dopo gli incidenti stradali, e in forte aumento dopo la pandemia. A preoccupare è anche l’insorgenza sempre più precoce di questi disturbi, che – già tipici delle età adolescenziali e giovanili – si sta abbassando all’infanzia.

Le risposte del ministro della Salute

Sarà il nuovo Nomenclatore tariffario previsto con l’aggiornamento dei Lea, ha detto ieri Schillaci, a garantire ulteriori 32 prestazioni ambulatoriali in esenzione ai pazienti affetti da anoressia e bulimia. «L’entrata in vigore del Nomenclatore, su unanime richiesta delle regioni è stata programmata al 1° aprile » ha aggiunto il ministro. Per questo primo trimestre, ha puntualizzato «ho deciso, con un emendamento che sarà proposto in conversione al cosiddetto decreto Milleproroghe, di mettere a disposizione del Fondo straordinario» dedicato, «pur in assenza della completa rendicontazione da parte delle Regioni, un fondo pari a 10 milioni di euro per il 2024».

Anche se, secondo il ministro, con i nuovi Lea dovrebbe essere superata la necessità di un Fondo straordinario come è stato finora sperimentato. Il riferimento è alla legge di Bilancio 2022 che aveva previsto 15 milioni nel 2022 e altri 10 nel 2023. E il ministro ha fatto notare che la rendicontazione finanziaria delle Regioni dovrà arrivare entro il 31 ottobre: «Per il momento – ha precisato Schillaci – sono state presentate al ministero delle relazioni intermedie da cui risulta che le Regioni hanno impegnato il 59% del finanziamento e speso solo il 3% del finanziamento complessivo».

Le repliche delle associazioni

Le manifestazioni di domani restano però confermate (l'elenco delle piazze dove si svolgeranno è disponibile sul sito della Fondazione Fiocchetto Lilla). «Noi continuiamo a chiedere - obietta Stefano Tavilla, tra i fondatori della Fondazione Fiocchetto Lilla - l'attuazione della legge» che prevede uno spazio autonomo, "autonomia" per i disturbi del comportamento alimentare "nei Lea". Quanto alle prestazioni aggiuntive, Tavilla osserva che «bisogna arrivarci a una diagnosi e all'ambulatorio. È inutile avere delle esenzioni per fare gli esami del sangue piuttosto che altro, se comunque prima di accedere a un ambulatorio che mi dà una diagnosi di malattia e mi dice qual è il mio percorso passa magari un anno. Divento un malato grave a quel punto». Positivo il riscontro del presidente del Consiglio nazionale degli Ordini degli psicologi, David Lazzari, che ricorda l'importanza del Fondo per la lotta ai disturbi alimentari «per le strutture che si occupano di contrasto ai Dca: i 25 milioni di euro stanziati avevano portato 780 assunzioni, tra cui molti psicologi, che rappresentano il 25% dei professionisti che lavorano in questa rete di assistenza. Il nostro obiettivo deve essere quello di implementare e rafforzare queste strutture». Viceversa le associazioni riunite nel Coordinamento nazionale disturbi alimentari e in Consult@noi (che già non avevano aderito alle manifestazioni in piazza di domani) plaudono al ripristino dei fondi: «Da anni abbiamo iniziato un cammino di collaborazione e di concertazione con le Istituzioni e le società scientifiche, che, seppur difficile e non senza contrasti, sta dando i suoi frutti», scrivono Maddalena Patrizia Cappelletto e Giuseppe Rauso.

Il nuovo disegno di legge

Ha iniziato stamattina il suo iter alla 10ª commissione del Senato (Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale) il disegno di legge in materia di disturbi alimentari. Composto di cinque articoli, prevede una nuova fattispecie di reato, il riconoscimento dei disturbi del comportamento alimentare quali nuove “malattie sociali” e l’introduzione di una giornata nazionale oltre a iniziative di contrasto, sia dello Stato sia delle Regioni e Province autonome.

Presentato da un folto gruppo di senatori della maggioranza, il disegno di legge introduce nel Codice penale l’articolo 580-bis per punire la «istigazione al ricorso di condotte alimentari idonee a provocare o rafforzare i disturbi del comportamento alimentare», con pene che vanno fino ai due anni di reclusione, e sanzioni amministrative dai 20mila ai 60mila euro, «chiunque, con qualsiasi mezzo, anche per via telematica, determina o rafforza l’altrui proposito di ricorrere a condotte alimentari idonee a provocare o a rafforzare i disturbi del comportamento alimentare, e ne agevola l’esecuzione».

Le pene sono inasprite se la condotta è rivolta a persone in difesa minorata o inferiori ai 14 anni: reclusione fino a quattro anni e sanzioni tra i 40mila e i 150mila euro.

La parte propositiva della legge prevede un piano di interventi da parte del Servizio sanitario nazionale, mentre i ministri dell’Interno, della Salute e del Lavoro dovranno individuare modalità per «impedire l’accesso ai siti che diffondono tra i minori messaggi suscettibili di rappresentare un concreto pericolo di istigazione a condotte alimentari idonee a provocare i disturbi» e reindirizzare in forma anonima l’utente verso un portale digitale dedicato a fornire corrette informazioni in materia.

Infine si prevede l’istituzione di una Giornata nazionale il 15 marzo, confermando la data di una precedente Direttiva del presidente del Consiglio del maggio 2018 sulla Giornata nazionale del fiocchetto lilla.

La Commissione ha indicato la necessità di audizioni, sia di soggetti esperti, sia delle associazioni delle famiglie, rimandando a mercoledì 24 il termine per indicare i nominativi.

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