giovedì 4 maggio 2017
Le pareti del piccolo oratorio di Santa Croce in Castellare sventrate. Salva la parete nord. E anche la copia del Crocifisso di Tedice, opera del sangiovannese Stefano Ghizzani
La chiesa-oratorio del Castellare, a San Giovanni alla Vena, nel comune di Vicopisano (Pisa), completamente distrutta da un'esplosione avvenuta in seguito a una perdita di gas proveniente probabilmente da una bombola difettosa, 02 maggio 2017. ANSA/VIGILI DEL FUOCO

La chiesa-oratorio del Castellare, a San Giovanni alla Vena, nel comune di Vicopisano (Pisa), completamente distrutta da un'esplosione avvenuta in seguito a una perdita di gas proveniente probabilmente da una bombola difettosa, 02 maggio 2017. ANSA/VIGILI DEL FUOCO

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Una fuga di gas. Un’esplosione. Le pareti del piccolo oratorio di Santa Croce in Castellare sventrate. Salva la parete nord. E anche la copia del Crocifisso di Tedice, opera del sangiovannese Stefano Ghizzani e con il quale, nel maggio del 2015, fu sostituito il quadro dell’Ultima Cena. «È guardando a quel crocifisso che troveremo la forza per ricostruire l’oratorio»: così don Giampaolo Manzin, dal 1989 parroco di San Giovanni alla Vena (Pisa).

L’oratorio di Santa Croce in Castellare si trova alle spalle del paese, sulla vetta della collina che lo sovrasta e lo protegge, il Monte Castellare, appunto. Fu costruito nel 1656 con le elemosine degli abitanti del paese. Nel 1944 fu gravemente danneggiato dagli americani, che con cannonate fecero saltare materiale esplosivo, trasportato dai tedeschi sulla sommità del monte.

Terminata la guerra, fu ricostruito dalla gente comune, che portò in Castellare, a spalle, mattoni, sabbia, acqua e calcina. Alla sera l’oratorio era illuminato. E ad esso, fino ad oggi, si rivolgevano, anche solo per una preghiera, tante persone di San Giovanni alla Vena, Calcinaia, Fornacette, Bientina che, affacciandosi alla finestra o dal balcone della loro casa, vedono questa chiesa.

Qui, in questo fine settimana, avrebbe dovuto concludersi una fiaccolata che avrebbe accompagnato una reliquia della Santa Croce, abitualmente conservata nella chiesa di San Giovanni. Una fiaccolata cui avrebbe fatto seguito un suggestivo spettacolo pirotecnico, visibile da tutta la vallata. La sera di martedì, un gruppo di persone era salita in jeep sul monte Castellare. E stava preparando tutto il necessario per accogliere alcune centinaia di partecipanti alla fiaccolata.

Un volontario del “comitato” si è accorto della fuga di gas ed ha invitato gli altri ad allontanarsi. Ha fatto appena in tempo a chiudere la bombola del gas, che una violenta esplosione ha distrutto la chiesa, ferendolo leggermente.

«Un catechista mi ha chiamato esclamando: “Don Giampaolo, Castellare brucia!” – racconta il sacerdote di San Giovanni alla Vena –. Mi sono precipitato fuori dalla porta e ho potuto appurare con i miei occhi: le fiamme si erano alzate fino al cielo». E la festa? «Il programma sarà modificato – dice il parroco –. Manterremo la processione intorno al paese. Prima di tornare in chiesa, dove faremo arrivare il crocifisso dell’oratorio, sopravvissuto all’esplosione».

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