mercoledì 17 giugno 2015
​Il ministro dell'Ambiente inserisce la gigantesca discarica illegale del Casertano nell'elenco delle aree "avvelenate". Scavi per un mese. (Antonio M. Mira)
Terra colorata e picchi magnetici: guarda il video di Pino Ciociola
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La discarica illegale più grande d’Europa continua a vomitare veleni. A Calvi Risorta, malgrado la pioggia che per sicurezza rallenta i lavori, gli escavatori del Genio militare continuano a tirare fuori rifiuti industriali. E il sito entra ufficialmente nella "terra dei fuochi".«Qui non si tratta di camorra ma di imprenditori senza scrupoli». È durissimo il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti al termine del vertice a Roma sul caso dell’enorme discarica illegale scoperta dagli investigatori del Corpo forestale dello Stato (Cfs) coordinati dalla procura di Santa Maria Capua Vetere. Una situazione «intollerabile», un «nuovo scempio del nostro Paese», lo definisce il ministro. A conferma della gravità del caso, annuncia che il paese dell’Alto Casertano sarà inserito tra quelli interessati dal «decreto terra dei fuochi», applicando «tutte le procedure di monitaraggio e successivamente di bonifica che già sono previste nelle altre aree e che stanno dando risultati apprezzabili». Così Calvi Risorta diventa il comune numero 89 tra quelli più colpiti dal gravissimo dramma dello sversamento illegale di rifiuti. Ma presto diventeranno 90 perché si aggiungerà il comune di Ercolano dove, dopo la forte denuncia di alcuni parroci, gli uomini del Cfs hanno trovato molti rifiuti speciali all’interno di una vecchia discarica. Anche lì interrati illegalmente.Ora tocca a Calvi Risorta e qui, nell’area ex Pozzi-Ginori, di rifiuti ce ne sono veramente tanti. Nell’incontro al ministero con gli investigatori del Corpo forestale dello Stato e del Noe dei Carabinieri, sono state confermate le dimensioni del sito: 25 ettari e più di 2 milioni di metri cubi di rifiuti industriali. E un ulteriore conferma è arrivata dagli scavi che sono andati avanti malgrado la pioggia che rende rischioso lavorare su terreni incoerenti. «Sono usciti fuori molti fusti con solventi e vernici e altre terre "colorate", terre esauste di lavorazioni di vernici, che cambiano colore al contatto con l’aria. Si rafforza così la nostra tesi investigativa, nessuno scavo va a vuoto, ogni trincea fa emergere nuovi rifiuti sicuramente industriali», spiega il generale Sergio Costa, comandante regionale del Cfs, a Roma per il vertice ma in stretto contatto coi suoi uomini che col Genio militare, Vigili del fuoco e Arpac che andranno avanti negli scavi per almeno un mese.Si sono affiancati anche i tecnici dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, specializzati nel monitoraggio magnetico dei terreni, esperti che da anni collaborano con forze dell’ordine e magistratura nella ricerca dei rifiuti interrati da ecomafie e imprenditori scorretti. Come ha spiegato il ministro per avere «risultati definitivi ci vorranno un paio di mesi», anche se, aggiunge, «possiamo già escludere la presenza di rifiuti radioattivi». Inoltre, per fortuna, al di sotto dei rifiuti non c’è falda acquifera e al di sopra non ci sono terreni coltivati. E questo dovrebbe allontanare rischi immediati. Resta il giudizio durissimo e l’intenzione di usare la mano pesante coi responsabili e non solo a Calvi Risorta. «Un segnale lo abbiamo mandato con la legge sugli ecoreati - avverte Galletti -: non tollereremo più episodi di questo genere e li puniremo con la massima severità». E oltre alle nuove e importanti norme, aggiunge, «sará intensificata la collaborazione tra tutti i soggetti interessati: Corpo forestale, Noe, Finanza, ministero e successivamente anche gli enti locali». Occhi puntati soprattutto sui proprietari dei terreni e su alcuni personaggi del mondo dell’autotrasporto. Perchè per portare qui 2 milioni di metri cubi di rifiuti ci sono voluti almeno 35mila tir. Impossibile non vederli. Ma soprattutto chi lo poteva fare?

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